Non è più il Milan dei “padri”. Tanti italiani, ma leadership straniera

Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. E’ opinionista a “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).

La tournèe in Cina si è chiusa con un bilancio positivo; una vittoria nel derby, un pari col Real Madrid, zero gol subiti in 180 minuti e una compattezza di squadra che nelle precedenti tre amichevoli non si era intravista.

Prima però di tornare a concentrarci sui temi relativi al mercato, al 48% di Mister Bee e più in generale sulla ricostruzione avviata in questi mesi, è corretto soffermarci su coloro i quali stanno prendendo le redini dello spogliatoio rossonero. Finito il tempo dei Senatori, è ufficialmente iniziato quello dei Responsabili, ovvero sia quei giocatori che non hanno il Milan nel DNA, ma che attraverso disciplina, abnegazione e leadership, stanno aiutando Mihajlovic a condurre la squadra verso una dimensione rispettabile.

Abbiamo facilmente identificato all’interno di questo profilo, Diego Lopez e Nigel De Jong. Professionisti esemplari, rappresentano oggi al meglio il senso d’appartenenza alla maglia. Non ce ne vogliano i milanisti, Abbiati, Abate e Montolivo. Il carisma e la capacità d’esser da guida sono doti naturali, non possono essere indotte. Le possiedi o non le possiedi. Vengono messe alla prova nei momenti di difficoltà, si manifestano nelle stagioni complicate.

Il concetto di Milan ai milanisti è superato. Il passato non torna. Non c’è da disperare tuttavia per questo. Fa parte dei cicli, fa parte della vita. Ci sentiamo di dire che il Diavolo ha nuovi proprietari, in tutti i sensi.

Twitter: @fabryvilla84

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