Donnarumma rossonero dell’anno. Dai primi passi alla consacrazione, le tappe di un fuoriclasse

Non si vogliono sentire ragioni: il 2016 rossonero è stato l’anno di Gigio Donnarumma. Troppo facile affermarlo dopo il rigore parato in Supercoppa a Dybala. Lo avremmo fatto comunque, anche se quel pallone fosse entrato in rete e se ad alzare il trofeo fosse stata la Juventus. I motivi sono più che ovvi: il diciassettenne, dopo aver esordito la scorsa stagione grazie a Sinisa Mihajlovic, e alle sue doti ovviamente, in questa si è trovato di fronte alla dura prova della conferma, della consacrazione, e a quanto pare questa prova l’ha superata e addirittura stracciata con personalità ma tanta tanta umiltà. E’ questo il bello di Gigione: è un ragazzino, è forte, ma soprattutto è un bravo ragazzo, modesto, di quelli che al giorno d’oggi, arrivati a certi livelli, non si vedono più (fare esempi, in questi casi, risulterebbe banale e scontato). Ricapitolando: a diciassette anni primo titulo della carriera, posto da titolare in una squadra chiamata Milan e convocazione in Nazionale. Cosa si poteva chiedere di più lo scorso dicembre?

A questo punto è bello rivivere un po’ le tappe cruciali di questo giovinastro che ha fatto innamorare i tifosi così velocemente da far dimenticare l’eroe del 2014/15 Diego Lopez e una bandiera del Milan come Christian Abbiati, che in rossonero ha vinto e fatto vincere davvero tanto. Il 2016 inizia col botto. Alla terza giornata dalla fine della sosta natalizia, il derby contro l’Inter di Mancini. Risultato a parte, un sonoro 3-0 a favore dei milanisti, resterà una partita indimenticabile quella per Donnarumma perché, oltre ad essere la prima stracittadina da protagonista, il portierone classe ’99 ne ha combinate di tutti i colori, in positivo e in negativo: due interventi spericolati, uno dei quali costò l’espulsione al mister nerazzurro, qualche rinvio sgangherato, ma anche tanti miracoli e il rigore sbagliato da Icardi, ipnotizzato, che a Gigio proprio non riesce a fare gol. Poi l’esonero di Mihajlovic, colui che l’ha lanciato e a cui deve molto, l’arrivo di Christian Brocchi sulla panchina rossonera, l’addio al calcio di Abbiati e la fine della stagione. Gli Europei, tra chi lo voleva tra i convocati e chi lo considerava ancora troppo giovane e acerbo. Alla fine Montella, la conferma del posto da titolare e l’esordio in Nazionale con Giampiero Ventura il 1° settembre, che lo ha proclamato giocatore più giovane di sempre ad essere sceso in campo con la maglia azzurra.

Il resto ce lo ricordiamo bene, sono ricordi più vividi: il miracolo su Kheidira al 93′ in quel Milan-Juventus targato Locatelli, le prodezze di Empoli che hanno tenuto i rossoneri a galla prima del ko toscano e poi, poi la Supercoppa a Doha, da protagonista, da eroe con quel braccio destro di richiamo che ha respinto il mancino di Dyabala e che di fatto ha consegnato il trofeo al club milanista. Per tutto questo il Milan vuole tenersi stretto e ancora a lungo Gianluigi Donnarumma che, non essendo ancora maggiorenne, non ha ancora firmato un contratto da professionista con il club rossonero. Sarà possibile solo a partire dal 25 febbraio, data cioè in qui l’assistito di Mino Raiola compirà 18 anni. Le parti si stanno già accordando e a quanto pare la società di via Aldo Rossi è intenzionata a blindare il suo gioiellino con un contratto che lo legherebbe per altri cinque anni. Le pretendenti alla finestra sono tante, tra le quali proprio la Juventus, squadra della quale Gigione pare essere proprio la bestia nera. Ma che i tifosi stiano tranquilli, Gigio sta bene al Milan e vuole rimanerci, perché per lui “il Milan è già un top club”.

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