Il Milan c’è, la sorte meno. Ma questo Diavolo è credibile

Anche all’Olimpico, nella sfida al vertice contro la Roma per il 2^ posto in classifica e per lo scettro di anti-Juve, scende in campo il solito equilibrato e pratico Milan di Montella. Compatto e ordinato, bravo a concedere il meno possibile a un avversario temibile, pericoloso quando riparte con il tridente veloce e la tanta qualità dalla mediana in avanti: una rapida descrizione del Diavolo 2016/2017 così come abbiamo imparato a conoscerlo. Ma la sorte, a Roma, è stata avversa: gli episodi chiave del match sono semplicemente girati male. E allora può capitare che si ripeta la scena, con Lapadula che si guadagna un altro rigore e il rigorista incaricato (Niang) lo batta e lo fallisca. Mentre dall’altra parte i giallorossi non perdonano: Nainggolan inventa un gol da campione, e tanto basta per vincere 1-0, staccare proprio i rossoneri e gettare in guanto di sfida alla Juventus.

Sono gli episodi che condannano il Milan alla sconfitta del big match di giornata. Ma la prestazione, come accaduto praticamente sempre durante questa stagione, è stata tutto sommato positiva e decisamente incoraggiante: la squadra ha affrontato a testa alta una Roma sperimentale e “spuntata” (causa parecchie assenze come Salah, Totti, Florenzi e titolari non molto ispirati), ma il banco di prova era comunque probante. E il Diavolo ha risposto ancora presente: non ha tremato al cospetto di un undici e di un clima complicato per un giovane. Anche perché Montella ha schierato ieri sera l’undici titolare più giovane della Serie A 2016/2017: un’età media verdissima, 23 anni e 343 giorni, che non si è affatto sentita in immaturità e inesperienza nella gestione della partita. Segno della bontà del lavoro del tecnico e della consistenza di una squadra in costante ed evidente crescita, che mostra di partita in partita personalità, attributi e applicazione del lavoro settimanale.

Genoa-Milan-Niang

Perdere nella Capitale, contro questa Roma, non è un delitto. Perché il Milan ha giocato alla pari  e anzi, ai punti, avrebbe meritato di tornare a casa con un punto in più – e perché non ha rinunciato a imporre anche il proprio credo, mettendo in difficoltà un avversario nettamente più strutturato e solido. Ma anche perché ad oggi, 14 dicembre, i rossoneri hanno condotto un campionato ben oltre le attese e le qualità della squadra: esigere di più, a questo punto della stagione, sarebbe ingiusto. Avere coscienza di essere da podio, invece, è un gran bel risultato. La prossima gara, contro l’Atalanta, sarà un banco di prova importante per evitare il contraccolpo: recuperare qualche uomo di qualità ed esperienza come Bonaventura e Bacca sarebbe importante, ma ancor di più sarà continuare a mostrare la propria personalità senza perdere in equilibrio. E sperare, contro la sorprendente Dea, di tornare a non “toppare” gli episodi chiave del match. E magari cambiare rigorista…

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