L’Europa certifica la crisi del Milan. Montella ora rischia: o svolta o salta

Milan, ora è davvero crisi. E adesso Montella rischia sul serio. Milan-AEK Atene sembrava la partita giusta per scacciare le nubi sull’ambiente, da vincere per riscattare le tre sconfitte consecutive in campionato e per ipotecare con i tre punti il superamento del girone. Perché a San Siro, in una serata europea storicamente nelle corde del Diavolo, perché pochi giorni dopo un derby perso immeritatamente al 90′ e per tutta la qualità schierata in campo dalla trequarti in su. E invece è arrivata un’altra serata amara: lo 0-0 finale è scialbo e frustrante, ma è l’ennesima brutta prestazione a preoccupare e a far traballare l’Aeroplanino.

La partita è stata chiara sin dall’inizio: al Milan il pallino del gioco e a provare a fare la gara, l’AEK ad aspettare “basso” per ripartire in contropiede e sfruttare la maggiore fisicità sulle palle inattive. Azioni confuse e tentativi dei singoli di sbloccare il match con una giocata non sono bastati a scardinare il fortino greco, infastidito solo da qualche guizzo di Suso (più a suo agio da mezzala offensiva che da seconda punta) e dalla presenza in area del volenteroso e battagliero Cutrone. Male la squadra, priva di una parvenza di gioco e di identità, malissimo alcuni singoli (su tutti Bonucci e Calhanoglu, fotocopie sbiadite di quelli ammirati con Juve e Bayer), allarmante anche la mancanza di carattere e di verve sul finale per portare a casa all’ultimo la vittoria. E se perdere “a testa alta” contro Roma e Inter ci potrebbe anche stare, questo 0-0 non ha scusanti né alibi.

Adesso è davvero notte fonda. Il nuovo progetto tecnico palesa lacune preoccupanti: la squadra è lontana dall’aver acquisito una propria fisionomia e le poche certezze da cui si è iniziato a costruire vacillano. Come la difesa a tre (seppur “mascherata” in fase di non possesso in un 4-4-2), che non funziona con un Bonucci irriconoscibile sia nella fase difensiva sia nella prima costruzione, ma anche alcuni singoli mai positivi o già in calando come Musacchio, Rodriguez, Calhanoglu e Kessie. Ma non si potrà che ripartire da questi uomini e da questo modulo: cambiare ancora potrebbe confondere e mandare definitivamente in tilt un gruppo che sembra impaurito e smarrito anche nei suoi uomini più esperti. Più del tattica, serve uno scatto mentale: senza sarà difficile registrare dei miglioramenti. Montella dovrà riuscirci in qualche modo, vincendo e convincendo già col Genoa. Altrimenti, ci dovrà pensare qualcun altro. Il tempo è agli sgoccioli: uomo avvisato…

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