Deulo chiama, il Milan riattacca: ma perché non riprenderlo?

STORIA DI UN AMORE BREVE

Ce lo ricordiamo tutti il Deulofeu dell’anno scorso. Quello che da semi sconosciuto, nel giro di un paio di settimane, diventava superstar di un popolo intero. Sei mesi di giocate, numeri, sorrisi e tante cose belle. Non che ci volesse chissà quale genio per fare il fenomeno in una banda grottesca come quella lì. Ma fa niente, il biondino col numero del Papero faceva cose niente male, su questo non ci piove. Era l’esterno perfetto in un 4-3-3: rapidità, qualità, fiato.

Peccato soltanto che la relazione sia durata un po’ pochino. Il prestito secco, infondo, sa tanto di fregatura. Perlomeno ai tifosi, che ai giocatori si affezionano. Tipo quelli che vanno in un posto per qualche mese e, per quanto consapevoli di dover prima o poi sloggiare, hanno la sciagurata idea di innamorarsi di una qualunque donzella. Ti fai del male da solo, praticamente. Ecco, il prestito secco funziona pressapoco così. Ti prendono un calciatore, lui fa il fenomeno, tu non puoi più farne a meno. Dulcis in fundo: lo ricacciano al mittente. Coccolato e valorizzato. Del tipo “soddisfatto e rimborsato”.

TUTTO CAMBIATO

In estate, in realtà, troncare la relazione aveva senso per tutti. Per il ragazzo, che andava al Barcellona da prima riserva di Messi e Dembelé. Per il Barcellona, che si è ritrovato in casa un altro crack. Per il Milan, che ne ha beneficiato sei mesi, privandosene serenamente perché inutile nel nuovo 3-5-2 di Montella. Oggi le cose sono assai diverse. Per il ragazzo, che si ritrova anche un tale Coutinho (pagato niente meno che 160 milioni) avanti nelle gerarchie. Per il Barcellona, che ha in rosa un giovane che vuole giocare (ma per ovvie ragioni non può). Per il Milan, che dal 3-5-2 montelliano ha virato su 4-3-3 di Ringhio. I presupposti, insomma, ci sarebbero tutti. Aggiungiamoci pure che lui, al Milan, ci vuole tornare. Eccome (nei giorni scorsi il biondino ha esplicitamente affermato la sua volontà: sogna di tornare rossonero) . Peraltro non è un mistero che Inter e Napoli lo abbiano vagheggiato parecchio in queste settimane. Eppure, per un motivo o per l’altro, non se n’è fatto un bel nulla. E allora perché non riprenderselo?

PERCHE’ NON RIPRENDERLO?

Ecco, bella domanda. Deulo in questo Milan ci starebbe piuttosto bene: lui e Suso nel tridente (i sei mesi dell’anno passato ne sono la prova) possono essere letali. Indubbiamente meglio dei vari Calhanoglu e Borini. Il fatto è che la società, non tanto per ragioni economiche quanto per questioni di principio, non vuole puntarci. Non a caso, compresa la volontà di tornare del buon Deulofeu, la risposta è stata secca (ma gentile): “No, grazie”. Mirabelli e Fassone si sono impuntati: avanti fino in fondo con questi. Ma, signori, ha realmente senso? Ha senso puntare ancora sugli stessi giocatori che hanno portato il Milan dov’è ora? Ha senso tutta questa presunzione? O, forse, sarebbe meglio puntellare la rosa con qualche elemento di certa affidabilità (tipo il biondino), pur rinunciando a qualcuno dei preziosissimi nuovi arrivi d’estate? Deulo chiama, il Milan riattacca. Tutti d’accordo?

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