Non esistono scorciatoie per tornare grandi. Ma non abbattiamoci troppo

Era fisiologico, prima o poi doveva capitare. Dopo due mesi e mezzo sul pezzo, sulla corda, siamo caduti. Non si perdeva da 13 incontri, dal 23 dicembre, in casa, con l’Atalanta, sempre 0-2. Lo 0-2 di ieri tuttavia è diverso per dinamica. L’Arsenal incerottato e in un momento tremendo della sua annata, ha saputo giocare e gestire una serata europea di livello. Al contrario noi abbiamo mostrato tutte le nostre lacune.

Piaccia o no, sono stati più squadra, più pronti, più pragmatici. Con un palleggio a basso ritmo hanno reso vana ogni copertura preventiva, trovando spesso l’uomo tra le linee, sostanzialmente senza farcela vedere.

Il Diavolo ha avuto grandi difficoltà nel coprire il campo, aspetto che nelle ultime positive gare rossonere ha fatto tutta la differenza. Siamo mancati in tutto o quasi. Poco compatti in fase di non possesso e farraginosi palla al piede.

Male anche i singoli. I giocatori con più tecnica ed estro, Suso, Jack e Calha, son tornati ad incaponirsi in uno contro uno sur place, che hanno permesso ai Gunners di avere sempre il tempo di chiudere ogni iniziativa.

Ci poteva stare perdere. Forse pensavamo di essere più vicini come valori visti i trend. Ma in Europa giocare e vincere non è mai facile, non a caso le italiane da anni faticano in campo internazionale, specie in Europa League.

Ora testa al Genoa. Per il rematch di Londra c’è tempo. Piedi piantati a terra. Un obiettivo alla volta. Avanti.

Twitter: @fabryvilla84

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