Fuori dal periodaccio, ma quante inversioni a “U” da presunti giornalisti

Scaroni, Cerchione, D’Avanzo, Leonardo, Gandini, Galli, Cantamessa, forse addirittura Braida e Conte. Ma con che faccia si presentano allo stadio e in conferenza stampa i tifosi e i “giornalisti” (tra molte virgolette) che per un anno hanno sputato veleno su Berlusconi e Galliani idolatrando i “parvenu” Fassone e Mirabelli?

Le inversioni a “U” che sto vedendo sui giornali, siti e tv in questi giorni sarebbero da ritiro patente, ma si sa, in questo strano Paese la patente non si ritira mai, nemmeno a quelli che l’hanno “comprata” invece di fare i test. Lo stesso Paese in cui tutti si lamentano per le tasse e poi applaudono a bonifici multimilionari emessi da paradisi fiscali e ricevuti da società anonime.

Per un giornalista degno di tal nome dovrebbe essere inconcepibile non rilevare anomalie di questo tipo, ancor più coprirle. Ma negli ultimi due anni non è stato così. Ergo: non mi sorprendono le succitate inversioni a U. Il “cinese” multimilionario che avrebbe salvato il Milan è diventato un gambler truffatore, l’ad senza macchia e senza peccato è caduto nel dimenticatoio con una bella “liquidazione” (la sua è consentita a differenza di altre) e il ds degli undici colpi di mercato è diventato uno scrittore di poesie d’amore.

Per fortuna abbiamo superato rapidamente questo periodaccio. Più per merito della Uefa che delle scelte della proprietà. In ogni caso è stato nuovamente bocciato il progetto dirigenziale di chi ha fatto fin troppi danni al Milan e ai milanisti dopo l’ultimo scudetto di Ibra e Allegri. Speriamo che stavolta non se ne venga fuori con un nuovo stadio o una nuova sede, magari in Paolo Sarpi.

Dopo un anno il Milan si rinnova tornando all’antico. O meglio all’usato sicuro. E questo deve essere un motivo di conforto e tranquillità per i milanisti. Serietà e programmazione sono garantite. Stavolta. Sulla trasparenza non ci sono garanzie, ma la storia vera di questi anni di Milan forse la conosceremo solo tra qualche lustro. Per il momento torniamo a goderci una società seria che fa scelte logiche per il bene della squadra. Non per il proprio tornaconto o per le proprie battaglie personali.

In bocca al lupo a Leonardo e a tutti quelli che tornano, sperando che possano ottenere anche solo il 10% dei successi conquistati in 30 anni di storia. Come anticipato, non credo che Conte arriverà subito, più probabile a stagione in corso. Quando ci sarà, se ci sarà, l’occasione. Un po’ come accadde a Carletto Ancelotti nel 2001. Arriverà invece subito Higuain e il Milan, dopo Ibra, tornerà ad avere un centravanti vero, uno “con i gol che si contano con l’almanacco, anno dopo anno”. Giusto per utilizzare una frase tipica di chi ha allestito questa compagine dirigenziale.

Ovviamente non vedo l’ora che se ne vada il “finto” capitano Bonucci. L’unico equilibrio che ha spostato è stato quello del monte ingaggi. Ha preteso la fascia e ha tolto la maglia a Kessie (che aveva dedicato il 19 al papà). In campo è stato mediocre, nello spogliatoio pure. E’ arrivato parlando di Nesta, Baresi e Maldini e si è dimostrato meno attaccato alla maglia di Muntari e Mexes.

A proposito di “attaccamento alla maglia”, fortunatamente Donnarumma è ancora al Milan. Solo due dirigenti come Fassone e Mirabelli potevano mettere sotto contratto Reina a 3 milioni a stagione senza aver già venduto Gigio e ritrovarsi così con tre portieri da 11 milioni a stagione (7 Gigio + 3 Reina + 1 Antonio). Il loro ennesimo errore però stavolta potrebbe essere un bene per il Milan: non a caso si sta provando a piazzare lo spagnolo ex Napoli e a tenere il giovane fenomeno. L’intento della nuova dirigenza è quello di far proseguire la sua crescita proteggendolo e tranquillizzandolo senza farlo passare come un mercenario o un traditore. In pratica proseguire quel percorso bruscamente interrotto per un anno. Sono sicuro che quest’anno anche Raiola tornerà di moda a Casa Milan e dintorni…

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