Mino, dove se finito?

Di questi tempi lo scorso anno veniva scritta la parola ‘fine’ sulla telenovela Donnarumma. Settimane di scoop, finti scoop, profili social hakerati o forse no, fino al rinnovo rifiutato e poi accettato con lauto ingaggio annesso.
In mezzo ci fu la rinuncia a presentarsi all’esame di maturità (superato quest’estate) e un po’ di calcio giocato, ovvero un Europeo under 21, con prestazioni di Gigio non brillantissime e goliardiche contestazioni da parte del Milan Club Polonia, specialmente durante Danimarca-Italia U21 appunto.
Un periodo caldo, di confronti a muso duro tra Raiola e Mirabelli, con Fassone mediatore. Prima delle fanfare rossonere post firma del quadriennale da 6 milioni di euro, ci furono anche diverse uscite pubbliche dell’istrionico Mino, il quale aveva paragonato il suo valore a quello di un Modigliani.
Per il procuratore italo-olandese non è una novità la comparazione tra opere d’arte e i suoi assistiti; “Balotelli è prezioso quanto la Gioconda” e “Pogba è pregiato come un Dalì”, sono solo alcune delle sue frasi celebri.
Il fatto che non si sia minimamente fatto sentire in queste settimane di terremoti societari, lascia spazio a differenti interpretazioni. Quella romantica suggerisce che Gigio voglia fortemente restare al Diavolo e pertanto qualsiasi tentativo di convincerlo a cambiare aria sarebbe inutile. La versione più pragmatica invece porterebbe a pensare che non pubblicizzare la sua possibile uscita, consentirebbe di poter portar il 99 a prezzi relativamente bassi in una destinazione a lui gradita.
Resta il silenzio che come spesso accade fa più rumore della caciara.
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