Sfortuna, astinenza offensiva e confusione in panchina: Milan, il momento è critico

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

Sono passate cinque ore dal triplice fischio con cui l’arbitro Mariani ha aperto ufficialmente la crisi del Milan, permeando di nubi scurissime il cielo rossonero. Sebbene con tutte le attenuanti del caso perchè, nonostante una squadra senza centrocampo, il Milan ha oggettivamente giocato meglio della Fiorentina, sprecando almeno tre palle gol nitide e capitolando sull’unico tiro in porta concesso ai Viola, peraltro su azione personale di Chiesa. Ciò, però, non fa altro che acuire la delusione perchè purtroppo l’unico dato certo in questo momento è che nelle ultime quattro tra campionato ed Europa League, il Milan ha raccolto due pareggi e due sconfitte, peraltro contro squadre che sono tutto fuorchè irresistibili.

A questo si aggiunga che tre gare consecutive di Serie A senza segnare, il Milan non le viveva da oltre 17 anni: era tra fine ottobre ed inizio novembre 2001 ed anche allora c’erano di mezzo il Torino e il Bologna, col Piacenza a fare da terzo incomodo al posto della Fiorentina. Fu proprio la sconfitta contro i granata a portare all’esonero di Fatih Terim e a portare sullo scranno di San Siro mister Carlo Ancelotti, che a fine stagione condusse il suo primo Milan al quarto posto con conseguente accesso ai preliminari di Champions League. In quel Milan, come punto fermo del centrocampo completato da Albertini, Serginho e Rui Costa, c’era Rino Gattuso, che oggi spera di arrivare allo stesso traguardo dell’attuale tecnico del Napoli ed evitare la sorte che toccò, invece, a Terim. La sensazione, tuttavia, è che Ringhio, dalla maledetta notte di Atene, non ci stia capendo niente più: sarebbe sbagliato ignorare una buona dose di sfortuna, ma lo sarebbe altrettanto nascondere una certa confusione generale del nostro allenatore, di cui alcune scelte continuano ad essere difficili da comprendere. Ad Atene, ad esempio, fu inconcepibile il cambio Laxalt-Cutrone, a Bologna la gestione in generale della gara ed il tenere in campo per quasi 80 minuti un Calhanoglu esasperante (oggi il turco meglio nel 4-3-3).

Ma, venendo al presente e alla sfida contro la Fiorentina, è evidente che le remore dei tifosi nei confronti di Gattuso si concentreranno soprattutto con riferimento alla vicenda-Montolivo. Con un centrocampo privo dei tre titolari e delle due prime alternative, ed in una gara in cui Mauri ha dovuto alzare bandiera bianca per crampi, all’ex Fiorentina non è stato concesso nemmeno un minuto. Gattuso ha tutto il diritto di fare le scelte che ritiene opportune, ma a questo punto non si offenda se non crediamo più alla storia della mera scelta tattica, perchè dietro un ostracismo del genere, in una situazione di tale emergenza, ci deve per forza essere qualcosa di ben più profondo, che Rino, Leonardo o Maldini farebbero bene a spiegare il prima possibile, se non altro perchè Montolivo è comunque un elemento della rosa, e pure ben pagato.

Ma sono anche altre le scelte odierne di Gattuso che lasciano interdetti: non sarebbe forse il caso di far osservare un po’ di riposo ad un Higuain continuamente nervoso e soprattutto pesantemente limitato dai problemi alla schiena? Qualcuno potrebbe dire che la squadra rossonera non è all’altezza del Pipita, e probabilmente ha ragione, ma questo Higuain non rende merito ai soldi investiti per prenderlo dalla Juventus, nè alla sua carriera da goleador di livello mondiale. A farci storcere il naso sono state, però, ancora una volta le sostituzioni: innanzitutto non ci pareva questo il momento del ritorno in campo di Andrea Conti, soprattutto quando sei sotto nel punteggio; allo stesso modo, si continua a dare fiducia ad un Laxalt imbarazzante e lontanissimo parente di quello che con la maglia del Genoa arava i campi di tutta la Serie A.

Insomma, a Milanello bisogna immediatamente riordinare le idee per fare in modo tale che mercoledì a Frosinone e sabato contro la SPAL si raccolgano nient’altro che sei punti. Dopo la Juventus, il calendario pareva consono ad un filotto di risultati che avrebbero permesso di blindare il quarto posto e magari dare la caccia ai cugini nerazzurri. Purtroppo non è stato così, e qualora non si giri la boa del girone d’andata a quota 33 punti, sarà giusto congedare Gattuso, la cui storia rossonera resterà comunque indelebile per sempre. Ma a questa eventualità non vogliamo nemmeno pensarci: buon Natale a tutti i tifosi rossoneri!

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