Milan, tra finanza e mercato: quanto è difficile crescere!

Dal 10 luglio scorso, il Milan è passato interamente nelle mani del fondo americano Eliott che lo ha rilevato dal “fantasma” cinese Yonghong Li. Il progetto della società di Paul Singer è quello di ridare valore al marchio Milan per poi rivenderlo al miglior offerente generando una plusvalenza.

Per fare ciò, ovviamente, è sono necessari molti investimenti sia dal punto di vista sportivo che da quello amministrativo. 

Dal momento del suo insediamento, Eliott ha provveduto immediatamente ad azzerare i debiti finanziari rimborsando i bond da 123 milioni di euro. Per aumentare il valore del club, devono necessariamente aumentare i ricavi, ed ecco che in quest’ottica è stato messo sotto contratto uno dei migliori dirigenti sul mercato ovvero Ivan Gazidis.

Se dal punto di vista economico e manageriale la strada intrapresa è quella giusta, dal punto di vista sportivo le difficoltà sono molto maggiori. Il Milan in questa sessione di mercato avrebbe la necessità di acquisire giocatori importanti che possano essere utili al raggiungimento della qualificazione alla prossima Champions League. Ma, se si esclude l’acquisto di Paquetà avvenuto prima della sentenza della UEFA e che comunque ha portato ad una lettera di monito, i rossoneri non possono fare investimenti importanti. Ai club sotto il regime del FFP è richiesto di svilupparsi finanziariamente senza però avere la possibilità di effettuare investimenti importanti. In questo scenario, prendono piede gli acquisti a parametro zero che permettono ai club di permettersi giocatori, anche importanti, senza pagare il prezzo del cartellino. Questa sarebbe, secondo La Repubblica, la strategia usata dall’Inter per Godin e anche quella che vorrebbe attuare il Milan per Pato.

Per le squadre italiane le regole da rispettare sono molto rigide mentre qualcuno oltralpe sta per investire altri 150 milioni di euro per due giocatori, in questo contesto diventa complicato tornare a competere per qualcosa di importante.

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