Supercoppa Italiana a Gedda, i Don Chisciotte della politica e uno Stato religioso: non tutto è opinabile

In questi giorni si sono lette notizie senza senso e senza una tesi fondata su qualsiasi principio etico e religioso riguardante l’Arabia Saudita (LEGGI QUI L’EDITORIALE SU GEDDA). L’unico ad aver spento ogni tipo di dubbio è stato Gaetano Miccichè, presidente della Lega Calcio, che ha così dichiarato: “Le donne potranno entrare da sole alla partita senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare il tema. La nostra Supercoppa Italiana sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo”.

Gran parte del popolo, però, non ha nemmeno calcolato queste dichiarazioni uscite nella giornata dell’altro ieri, ma ha solamente preso una posizione sulla base del loro capitano politico. Vedi – in primis – Matteo Salvini, leader della Lega e Ministro degli Interni: “Il fatto che la Supercoppa Italiana si giochi in un Paese islamico dove le donne non possono andare allo stadio se non sono accompagnate dagli uomini è una tristezza, è una schifezza. Io quella partita non la guardo”. Oppure, dall’altra sponda, Laura Boldrini: “I signori del calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!”.

Un popolo, dunque, calatosi nel ruolo di Don Chisciotte, che cerca di combattere contro il nulla, così come ammesso – controcorrente – da Manlio Di Stefano, esponente del M5S. La questione donna, nei paesi dove vige la legge della religione musulmana (e quindi quella ordinata da Dio), è delicata e non va affrontata con superficialità e con quattro parole cacciate lì per infiammare un intero Stato. Siamo nel 2019 e, da qualche primavera, è il dio denaro che comanda questo mondo. Allora perché non giocare una finale di Supercoppa Italiana – che nel palmares conta poco o nulla – in un Paese straniero ricco?

Perché i diritti delle donne non sono consoni al pensiero europeo ed americano? Il testo sacro dell’Islām, il Corano, per chi non lo sapesse, recita che “la donna è pari all’uomo davanti a Dio”, ma del resto ci sono vari ruoli da ricoprire all’interno di un nucleo familiare o sociale. Sono tradizioni e pensieri religiosi che, a differenza della maggior parte di qualunque altra corrente, vengono applicati con volontà e fede da parte dei credenti.

Insomma, la questione non sembra così eclatante anche perché, alla fine, l’ingresso alle donne – in settori appositi – è stato concesso e sarà la prima volta – senza bisogno di essere accompagnate – nello Stato all’interno dell’Hijaz. Un passo avanti per la Serie A e l’Arabia Saudita ed un altro passo indietro per l’Italia. Libertà di pensiero.

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