Icardi docet. Milan, avere un capitano sereno come Romagnoli può essere decisivo

Quando tiri troppo la corda, poi rischi sempre che questa si spezzi. Un po’ così potremmo definire la storia d’amore tra Icardi e l’Inter. Una telenovela arricchita di una nuova puntata scoppiettante: da mercoledì l’argentino non è più il capitano nerazzurro e la fascia finirà sul braccio di Samir Handanovic.

La scelta potrebbe voler dire molto per il futuro recente e prossimo del club. Icardi potrebbe decidere di andarsene via a giugno e questo peserebbe e non poco sul morale della squadra, impegnata a difendere il terzo posto per la Champions con in casa un giocatore afflitto dal malumore. Il bomber argentino non segna più dal 15 dicembre scorso, un cucchiaio da rigore nella vittoria contro l’Udinese a San Siro per 1-0. Da lì è successo di tutto, i nerazzurri sono usciti dalla Coppa Italia e hanno perso punti dal Napoli secondo. Solo sabato sono tornati a vincere a Parma dopo neanche una vittoria a gennaio.

Tutto ciò ricorda ancora una volta una lezione importante: il capitano è più di una semplice persona con la fascia al braccio. È un valore aggiunto per la squadra, è la persona in grado di trascinare i propri compagni fuori dal tunnel nei momenti di difficoltà. E con un capitano che non rende al 100 per cento, sommerso dai pensieri, la differenza si sente eccome. Quelli che, per fortuna, non ha Alessio Romagnoli. Il numero 13 rossonero si è responsabilizzato ancora di più in questa stagione e, nonostante non stia passando il miglior periodo in fatto di prestazioni, è un perno fondamentale per la difesa del Milan. Non è un caso che nelle ultime 11 giornate Donnarumma abbia incassato soltanto 5 gol (e mai più di uno a partita), finendo per sei volte la partita senza raccogliere il pallone in fondo alla rete. Numeri importanti che permettono alla squadra di Gattuso di rimanere in lotta ancora in Coppa Italia, dopo aver battuto convincendo il Napoli dell’ex amato allenatore Carlo Ancelotti, e di lottare per la Champions League a primavera come mai era successo negli ultimi anni.

Romagnoli non ha fatto rimpiangere nessuno. Dopo l’addio di Bonucci ha ricevuto la fascia per aver dimostrato di saper amare i colori rossoneri e la scelta si è rivelata azzeccata. Durante un evento della Nike, a una domanda sulla Juve il giocatore ha risposto: “È un onore essere capitano del Milan, sono voci che non ho nemmeno sentito. Sto bene qui, a Milano, e finché sto bene voglio restare qui“. Parole che hanno fatto innamorare ancora di più i tifosi. Niente stipendi lussuosi, niente numeri di maglia prediletti che rischiassero di far saltare un trasferimento, solo amore e impegno per la maglia. Tra ottobre e novembre ha regalato alla sua squadra, con due zampate all’ultimo, sei punti fondamentali nei match con Genoa e Udinese. Quando poi si è infortunato in Nazionale prima di Italia-Portogallo di Nations League, è stato costretto a saltare le gare con Lazio, Parma e Torino. Il risultato? Due pareggi e una vittoria arrivata a fatica contro la squadra emiliana di D’Aversa. Poi il ritorno e, dopo un dicembre comunque difficile, i rossoneri hanno chiuso molte partite a reti inviolate. Non un caso.

Chissà, quindi, che la situazione non possa migliorare ancor di più in classifica, con l’Inter non al meglio delle condizioni mentali agitata dal caso Icardi. Naturalmente, prima c’è da difendere il quarto posto da Inter, Lazio e Atalanta, ma in un campionato pazzo come questo tutto può succedere.

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