Piatek-Paquetá fa rima con Sheva-Kakà: un abbraccio nel segno della storia

Fattore P, PiPa, colpi da 70 milioni, chiamateli come volete ma sta di fatto che Paquetá&Piatek – per il momento – non stanno tradendo le attese. Tante le pressioni su di loro, ma da quando indossano la maglia rossonera, il Milan ne ha beneficiato e la squadra di Gattuso ha cambiato marcia. L’investimento è stato importante, ma quanto mai necessario se riflettiamo sul valore potenziale dei due talenti in questione. Paquetá ha voluto dedicare il gol ai giovani del Flamengo, ragazzi come lui, cresciuti al campo d’allenamento, traditi da un destino nefasto. Ha alzato le mani al cielo come l’altro brasiliano ex Milan, al quale viene accostato e Piatek gli è salito sulle spalle. Uno scatto che è diventato subito virale e che ha riportato alla memoria la coppia nostalgica degli ex palloni d’oro rossoneri Kakà e Shevchenko.

Comunque, stiamo parlando di giocatori diversi tra di loro. Paquetá è completamente diverso da Ricky mentre Piatek ha qualcosa di Andriy. Nonostante le diversità, l’ultimo gol verdeoro del Milan portava la firma proprio di Kakà: il numero 39 si candida per tramandare la buona tradizione dei brasiliani a Milano. Lucas è stato preso per diventare una grande mezzala, non trequartista o seconda punta all’occorrenza, comunque ha impressionato in positivo al temuto approccio col calcio europeo. Nessun apprendistato, nessuna panchina iniziale, Lucas è già pronto e può solo che migliorare. Ci si aspettava qualche leggerezza e leziosità in più, chi si aspettava qualche numero da circo è rimasto deluso, perchè il brasiliano è abbastanza concreto, al netto di qualche palla persa, protegge bene palla ed è anche aggressivo. Visione di gioco e tocchi di prima si davano per scontati. E poi l’inserimento, come sul gol, che va a riempire una lacuna lasciata vuota dal lungo stop di Bonaventura.

L’abbraccio del presente e …quello nostalgico

Capitolo Piatek: era bastato l’esordio da titolare contro il Napoli per capire di trovarsi di fronte non ad uno qualsiasi. La scelta scaramantica del 19 per ora sta pagando. Certo, l’ultimo che era riuscito a segnare 4 gol nelle prime 3 da titolare era stato Balotelli e non è che sia finita benissimo. Crespo ha detto che Krzysztof per come calcia e come si muove gli ricorda Sheva. Sicuramente, il polacco non sta accusando la differenza tra Genova e la grande piazza. Perché, come conferma Rino, lui è come Robocop: non sente la pressione. Un Robocop che non ha perso il vizio del Pistolero, come invece ama farsi chiamare. Il Milan gli chiedeva soprattutto i gol, ma lui si sta dimostrando un attaccante completo, che fa reparto da solo. Si sbatte, detta il passaggio, attacca la profondità, mette pressione come nell’occasione del terzo gol, sempre pericoloso, imposta, fa salire la squadra. Alla faccia di chi si aspettava solo l’uomo d’area di rigore. E anche uomo squadra: bello il gesto ad indicare il merito di Calhanoglu nel terzo gol.

Ad oggi i tifosi si accontentano di sognare, vedendoli esultare dopo un gol, lasciando da parte i paragoni, anche scomodi, ma l’auspicio è quello di vederli tra qualche anno con qualche coppa, proprio come i loro predecessori.

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