Dottor Hakan e mister Calhanoglu. Stella in nazionale, opaco nel Milan: cambio modulo per la svolta?

Dopo la straordinaria seconda parte della scorsa stagione, questa avrebbe dovuto essere quella della svolta per Hakan Calhanoglu. E invece, purtroppo, la falsa riga seguita è quella relativa alla prima parte del secondo anno. Troppi alti e bassi, una prestazione positiva è sempre seguita da diverse negative. Eppure con la sua nazionale il turco si trasforma, come mai?

L’esempio più recente riguarda questa ultima tornata di gare di qualificazione ad Euro 2020. Gran gol contro l’Albania e assist da fantascienza in rovesciata contro la Moldavia. La metamorfosi a cui il numero 10 rossonero va incontro quando gioca per il suo paese si può rifare al modulo usato dalla Turchia. Lucescu impiega Calhanoglu da trequartista, suo ruolo naturale, con licenza di spaziare e senza grossi compiti difensivi. La soluzione allora potrebbe essere un cambio di modulo anche al Milan. Il 4-3-1-2 oppure il 4-3-2-1 permetterebbero al turco di avvicinarsi di più alla punta e andare più spesso al tiro, sfruttando le sue ottime doti balistiche.

Questi due moduli hanno però una cosa in comune: entrambi porterebbero all’esclusione di Suso. Lo spagnolo è lontano parente del giocatore decisivo della prima metà del campionato ed ecco che sfruttare l’onda emotiva di Calhanoglu e di Paquetá porterebbe più imprevedibilità e, soprattutto, maggiori rifornimenti a Piatek trovando quei gol necessari al raggiungimento della zona Champions League.

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