Prima o poi la benzina finisce. Questo Milan non può durare per sempre

Diciamocelo. I tre punti di sabato sono un 6 acciuffato non si sa come. Giusto perché sotto sotto stai simpatico al professore. Della serie prendi e porta a casa, ma così non va.

Il tifoso medio può fingere di non accorgersene, ma Gattuso lo sa bene. Predicozzo post-partita: “Mi prendo il positivo degli ultimi risultati e il buono della fase difensiva, ma giocando così non possiamo durare, mancano ancora 36 punti alla fine del campionato”. Chiaro, al solito. In pratica: ok il terzo posto e la difesa, un pò meno tutto il resto. 

 Che il popolo si scaldi per il sorpasso all’Inter è sacrosanto. Che Gattuso intiepidisca in fretta il tutto anche. Del resto che un Milan così non possa durare per sempre è banalmente inevitabile. Per due motivi. A) Non può girarti tutto, sempre bene. B) Non possono giocare sempre e solo gli stessi. Prima o poi la benzina finisce. Il problemone, in effetti, va aldilà di Suso e Calhanoglu. E si tocca con mano (cit). Il calo di Bakayoko, forse, è solo la conferma che anche lui è umano, ma sempre di calo trattasi. Kessié ha appuntamento fisso coi medici tra il 50’ e il 75’ di qualsiasi partita: poi rientra zoppicante e finisce per cavarsela in qualche modo. Paquetá fa il fenomeno per 45 minuti a partita, salvo scomparire dal campo per i successivi 45 e finire per accomodarsi in panchina, puntualmente stremato. Sia chiaro, loro tre hanno poche colpe. Il primo si è preso la squadra sulle spalle per due mesi abbondanti. Il secondo corre come un matto e senza interruzione da due stagioni a questa parte. Il terzo arriva da un altro mondo e da gennaio le ha giocate tutte e tutte da titolare, spruzzando qua e là dosi considerevoli di qualità. Insomma a centrocampo sono stanchi e fanno bene ad essere stanchi. Ma non solo a centrocampo, un pò ovunque pare. E allora contro il Chievo diventa necessario cambiare, pronunciare quella parolina che tutti gli allenatori non accettano mai di recitare: turnover. Ragionato, ok, ma concreto. I presupposti ci sono tutti: un undici evidentemente stanco, un Chievo non proprio insormontabile e un derby che così importante non lo era da tanto, da preparare al meglio.

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