Baka-Kessié, il caso passa in Procura. Giorgetti dichiara: “Spero non finisca qui”

Non è ancora finita per Bakayoko-Kessié dopo l’episodio oggetto di discussione sin dal termine del tesissimo match di San Siro Milan-Lazio. I due rossoneri avevano esposto al triplice fischio finale la maglia di Acerbi sotto la curva come trofeo di guerra, gesto sicuramente sanzionabile ma che altro non era se non una risposta goliardica alle dichiarazioni per gara dello stesso difensore laziale. Sicuramente la tensione di un match così delicato per la corsa Champions ha inciso, anche se ora sembra si voglia tirare la corda più di quanto fosse lecito attendersi.

Come riportato dall’edizione odierna del Corriere della Sera, il giudice sportivo ha escluso la prova tv, non configurando l’episodio incriminato condotta gravemente antisportiva. Il procuratore Pecoraro, però, non intende chiuderla qui. Ha aperto un’indagine per potenziale violazione di principi generali disciplinati dal Codice di giustizia federale, tra i quali quello di correttezza, lealtà e probità. Ora ci sarà un deferimento al tribunale federale, che si esprimerà nell’arco di una, massimo due settimane. Le sanzioni vanno dalla semplice ammonizione a qualche giornata di squalifica. Anche se, per il momento, l’esito più probabile resta una semplice pena pecuniaria.

Sicuramente, il polverone mediatico potrà incidere profondamente sulla sentenza che sarà emessa dal tribunale. Come potranno incidere le dichiarazioni del presidente federale Gravina e del sottosegretario Giorgetti. Il quale, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha ribadito la sua posizione: “Il gesto di Bakayoko-Kessié stupido e indegno, spero che la questione non si chiuda qui. Bravo Gattuso, meno bravi i dirigenti rossoneri per non aver condannato sin da subito quanto accaduto“.

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