La corsa Champions sembra il “Ciapa no”, ma con questa desolazione in campo e in panchina diventa durissima

Non c’è che dire: la “sorpresa” uscita dall’uovo di Pasqua scartato quest’oggi dai tifosi del Milan è decisamente amara. Come capitato tante volte in stagione – e negli anni precedenti – la squadra rossonera lascia ancora una volta punti per strada contro squadra sulla carta decisamente inferiori. Questa di oggi poteva essere una giornata favorevole alla squadra di Gattuso, dato che le sue principali competitor, Roma e Atalanta, tra stasera e lunedì sera dovranno fare visita rispettivamente alla terza e alla seconda forza del campionato, Inter e Napoli. Il Diavolo, infatti, pur in un campo mai facile come il Tardini, si trovava ad affrontare una squadra ormai salva e con tanti problemi in fase offensiva, acuiti dall’assenza del suo principale bomber, Roberto Inglese.

Ed invece, i ducali hanno giocato nettamente meglio, creando tante occasioni importanti davanti a Donnarumma e subendo gol che lo stesso Gattuso ha definito a fine gara “fortunato”. Alla fine, Bruno Alves ha purtroppo trovato, grazie ad una punizione chirurgica, un pareggio comunque meritato e, sul quale, a conti fatti, gli emiliani possono anche recriminare per non aver ottenuto qualcosa in più. Sono complessive ed estese le colpe per questo ennesimo (mezzo) passo falso, ma – a parere di chi scrive – da non distribuire equamente. Spiace dirlo perchè ci stiamo riferendo ad una leggenda della storia rossonera, ma da un mese a questa parte Rino Gattuso è nella confusione più totale.

Oggi il suo Milan ha mostrato tutti i difetti possibili dal punto di vista tecnico e caratteriale. E, al netto del fatto che qualche giocatore non è adatto a vestire la maglia rossonera, chi – se non il tecnico – deve saper plasmare tatticamente e caratterialmente una squadra che allena da un anno e mezzo? I rossoneri sono partiti ancora una volta molli e pachidermici, quasi impauriti da non si sa cosa, concedendo nel primo tempo almeno tre palle gol nitide al Parma e potendosi ritenere fortunati di essere andati all’intervallo sullo 0-0. Nella ripresa, il Parma – non potendo mantenere quel ritmo forsennato – è inevitabilmente calato, favorendo il ritorno del Milan, che ha trovato nuova linfa dagli ingressi di Cutrone e, soprattutto Castillejo. Pur senza creare grossi grattacapi a Sepe, Romagnoli e compagni sono quasi miracolosamente passati in vantaggio ed a quel punto si è materializzato l’orrore gattusiano, tutto concentrato in un unica scelta.

Quella dell’ultimo cambio: quando mancavano circa venti minuti dalla fine, il tecnico calabrese ha tolto dal campo Calhanoglu per inserire Biglia. Una decisione scriteriata perchè ha portato con sè due conseguenze nefaste: ha abbassato il baricentro della squadra, che invece avrebbe dovuto chiudere la partita, e soprattutto ha “portato” Borini a fare il terzino destro, ruolo nel quale non poteva che fare qualche castroneria, come il fallo inutile che ha causato la punizione-gol di Bruno Alves. Caro Rino, perchè andare a toccare uno schema che aveva quantomeno creato dei grattacapi al Parma? E, soprattutto, se proprio ti volevi difendere, perchè non mettere un terzino pure come Calabria o Abate? A fine gara, Gattuso non ha dato spiegazione di questa scelta, limitandosi ad un laconico “Ci siamo messi anche 4-4-2 perché avevamo bisogno di conservare il vantaggio“.

Aggiungendo poi un desolante “ci teniamo questo punto“, una di quelle frasi che francamente non avremmo voluto sentire. Soprattutto dopo la miseria di soli cinque punti in sei partite, con l’unica vittoria arrivata su calcio di rigore. Sveglia, Rino! I bonus non sono infiniti, e nemmeno i passi falsi delle avversarie

Twitter: @Juan__DAv

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