Si è grandi (anche) grazie al “peso politico” e il Milan al momento non ne ha: facciamoci rispettare!

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

E’ domenica, ma siamo abbastanza certi che i tifosi del Milan abbiano poca voglia di festeggiare. L’ambiente rossonero, infatti, si sta leccando le ferite per l’occasione sprecata ieri. E’ vero, giocavamo in casa di una squadra che potrebbe vincere il campionato tra tre ore, alle 22.30 del 7 aprile, quella che rischia di superare quota cento in campionato ed è una delle principali accreditate per vincere la Champions League. Ma la sensazione di sconforto è evidente: in vantaggio di un gol, i rossoneri si sono fatti rimontare nella ripresa, tornando a mani vuote da una delle migliori partite della stagione.

Certamente il Milan è stato condannato da due marchiani errori dei singoli: in primi Musacchio doveva evitare di entrare in contatto con Dybala in quella posizione, dalla quale l’argentino non poteva creare nulla di pericoloso per Reina. E poi c’è il grave errore di Calabria in impostazione a spalancare le porte al gol della vittoria di Kean. Ma la reale sensazione di sconforto la si può riassumere nelle parole dello stesso Pepe Reina al termine del match: “Difficilmente vieni premiato quando giochi in questo stadio“. Proprio così, perchè la sensazione è che quando si giochi contro la Juventus, prima o poi il torto arbitrale arriva inesorabile. Ricordate all’andata la mancata espulsione a Benatia nel primo tempo? Stavolta si è concretizzato non solo nel clamoroso rigore non dato per il mano di Alex Sandro – roba per la quale in tutto il Mondo si stanno scandalizzando da ieri sera – ma anche e soprattutto per l’impunito calcio di Mandzukic a Romagnoli in area di rigore a ridosso del novantesimo: sarebbe rigore e rosso per il croato, ma sei arbitri (quattro in campo + i due al VAR) sorvolano quasi in maniera sdegnata.

Ci ha pensato Leonardo nel post partita, lo ribadiamo – con molta più modesta – anche noi: adesso basta! La serie A ’18/’19 è costellata da una miriade di errori a danno del Milan, che magari non sarà questa squadra perfetta, ma si è vista togliere almeno 8-9 punti che a fine anno rischiano di essere pesantissimi per l’accesso o meno alla prossima Champions League. A volerli ricordare, così, a memoria: a Roma c’era un rigore enorme su Suso e successivamente un rosso a Pellegrini; ad Empoli, un penalty sul Calhanoglu; contro la SPAL una parata di Missiroli sulla linea di porta incredibilmente non vista dal VAR di allora (che, guarda caso, era Fabbri di Ravenna); in casa della Samp un fallo da rigore su Piatek molto simile a quello fischiato a favore di Dybala. Il tutto in aggiunta a partite in cui il Milan ha subito espulsioni troppo fiscali (Bakayoko a Bologna) o le squadre avversarie ne hanno scampate di clamorose. Ah, un piccolo dato: il Milan è la squadra, insieme al Cagliari, ad avere avuto il minor numero di rigori a favore: solo due in 31 partite. Per una squadra che è al quarto posto…

Domani, il designatore arbitrale Rizzoli si scuserà formalmente con Leonardo e Gattuso all’incontro in Lega Calcio, ma francamente ci sembra solo la beffa seguente al danno. Il fondo Elliott – che nel Milan, e dunque, nel pallone italico, ha investito tanti soldi – deve alzare la voce e farsi sentire, ma per davvero. Ne va della credibilità del calcio italiano e della regolarità del campionato. Ma non solo, perchè anche in Europa il Milan ha subito torti enormi (clamoroso rigore non dato a San Siro contro il Betis, gol irregolare siglato dall’Olympiakos ad Atene). Insomma, il club di Via Aldo Rossi, che in società ha dei veri e propri top players, deve tornare ad avere il “peso politico” delle grandi. Quello che, molto spesso, ti fa vincere i trofei più dei calciatori e degli allenatori. Siamo pur sempre la seconda squadra europea per Champions League vinte, non l’ultima di Terza Categoria!

Twitter: @Juan__DAv

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