Gattuso, così si fa. Col passato alle spalle, non è troppo tardi

Qualcosa è successo, partiamo da qui. Dalla frase del tecnico rossonero, “siamo una squadra senz’anima” sono passate due settimane, molto ricche di episodi che avrebbero potuto distruggere le ambizioni del Milan e l’obiettivo stagionale. Così non è stato, con il Milan che ha vinto due gare consecutive, contro Bologna e Fiorentina. Due sfide non scontate, vinte soffrendo, in emergenza con Biglia infortunato, Paquetà squalificato e Bakayoko in castigo. È successo tutto questo, senza dimenticare la discussione tra il centrocampista francese e il mister, un ritiro punitivo poco apprezzato dalla squadra e il quarto posto sfuggito dalle mani in seguito alla sconfitta contro il Torino.

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL – “Mi esalto nelle situazioni di difficoltà”. Probabilmente è vero quello che dice Rino, non serve l’armonia e la serenità per tornare a vincere. Così è stato: la sua squadra ha infatti risposto presente sul campo nel momento forse più difficile della stagione. Gattuso ha chiesto la reazione e l’ha prontamente ottenuta. Prima il ritiro, il nervosismo in campo poi, l’espulsione di Romagnoli e Paquetà. Tutto chiaro: è un Milan arrabbiato, affamato di punti e stanco di critiche. Dalla rabbia, il nervosismo e anche l’inesperienza dei suoi, il mister ha saputo tirare fuori la giusta fame. O meglio, la giusta dose di agonismo e lucidità, quelle che hanno permesso ai rossoneri di vincere due gare fondamentali per restare aggrappati al treno che condurrà alla prossima Champions. Forse ora si comincia a vivere di rimpianti, ma senza svolta questa stagione rischiava di prendere la via del non ritorno, con il Diavolo diretto all’Inferno. Senza fermate, in un viaggio di sola andata.

NON È TROPPO TARDI – La storia non si deve scrivere con i se e con i ma, troppo facile. Sicuramente, se Gattuso avesse adottato questo metodo a partire da marzo, staremmo raccontando di un Milan in Champions, spettatore di questo finale di stagione. Così non è stato: Gattuso sta crescendo come la sua squadre. Si cresce solo dagli errori, altrimenti non si avanza mai. L’errore, in casa Milan, è stato appreso e anche ben corretto. Guardiamo la classifica e scopriamo che non è troppo tardi, nonostante il destino del Milan sia tra le mani dell’Atalanta. Il Milan ha l’obbligo di vincere le ultime due gare, mostrando compattezza, unione e serenità. Anche se apparente, con un’armonia probabilmente non al massimo, con vecchi dissapori, piccoli o grandi problemi interni irrisolti, perché “il bene del Milan viene prima di ogni cosa”.

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