Quanto mancherà Bakayoko al Milan?

“Capisci il vero valore delle cose o delle persone solo quando le perdi”. Questa massima, adattabile a svariati campi della quotidianità, può chiaramente tangere anche l’ingrato mondo del calcio. Quante volte è capitato che un giocatore criticato e disprezzato, una volta salutati i tifosi, divenisse poi un sincero rimpianto? Tante, troppe volte. L’orgoglio e la superficialità del tifoso, a fronte di qualche errore di troppo del campione in questione, fungono da accecanti quanto inutili dimostrazioni di superiorità che finiscono poi per sfociare in sensi di colpa più che giustificati. Tiemouè Bakayoko è stato prima mistrattato, poi lodato ed infine scaricato per qualche peccato caratteriale che l’ala più intransigente del tifo ha utilizzato come trampolino di lancio per riaffermare che “giocatori protagonisti al Milan non servono”.

Ai rossoneri invece giocatori leader in campo servivano, servono e serviranno eccome e Bakayoko, senza ombra di dubbio, era uno dotato della ricercata stoffa della leadership. Al di là di criticabili comportamenti, il calciatore francese sarà sicuramente una perdita che i tifosi rossoneri rimpiangeranno senza se e senza ma perché oltre ad evidenti qualità tecniche, il ragazzone parigino ha dimostrato una caratteristica rara quanto preziosa: la forza del riscatto. Il cammino stagionale compiuto dal diavolo e dal classe 94’ infatti racconta di un saliscendi di emozioni che celebra un rapporto di odio-amore che non ha conosciuto vie di mezzo.

Una storia d’amore quella del molosso francese e del Milan cominciata male a Napoli e sbocciata definitivamente a Milano sempre contro i partenopei. Per il ragazzone francese infatti la celebre frase “Vedi Napoli e poi muori” potrebbe essere rivista in “Vedi il Napoli e ti riscatti”. Si perché le tre partite contro la squadra di Ancelotti hanno sancito prima la sua disfatta e poi la sua redenzione. Il disastroso debutto del 25 Agosto scorso infatti racconta di un giocatore entrato a 32 minuti dalla fine e capace di regalare errori su errori che diedero il via alla clamorosa rimonta azzurra. La sfida di campionato e di Coppa Italia del Gennaio 2018, invece celebrano la rinascita di un giocatore capace di prendersi prepotentemente le chiavi del centrocampo rossonero.

E se non tutti si trovano d’accordo, i freddi numeri sono pronti a tacere le bollenti critiche del nugolo di tifosi ancora critici sul contributo del centrocampista francese.

Accertato che il Milan non riscatterà Bakayoko e acclarato che l’interesse della nuova Inter di Conte per il giocatore è vivo, cominciano a sorgere i primi rimpianti e i primi malumori. Al di là dell’alta somma richiesta dal Chelsea e di qualche comportamento sopra le righe il francese ha dimostrato di meritarsi il riscatto con prestazioni eccezionali capaci di trasformare la triste colonna sonora dei fischi in scroscianti appalusi, accompagnati da coinvolgenti cori sulle note della celebre Amor Toujours. Se dovesse vestire i colori neroazzurri forse per orgoglio o per rivalità, il popolo rossonero ripudierebbe pubblicamente gli attestati di stima per il giocatore ma internamente ricorderebbe con rimpianto e malinconia il ragazzone francese. Perché in una stagione ha lasciato tanto. Perché sarebbe potuta essere una colonna del nuovo Milan. Perché si capisce il reale valore di un giocatore solo quando lo lasci andare.

Di Pietro Andrigo

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