Questo Milan guarda molto al futuro, ma troppo poco al presente

GIOVANI, GIOVANI, GIOVANI

Van bene i giovani. Va bene Moncada che li sa scovare. Va bene Gazidis che li sa comprare. Va bene Giampaolo che li sa gestire. Ma occhio a non eccedere.

Sia chiaro, per ora è tanta teoria. In pratica non si sa nemmeno chi allenerà il Milan la prossima stagione. Questione di voci, interessamenti, sondaggi: di nomi se ne sono già fatti parecchi. E il denominatore comune è palese: sono tutti giovani, di buone speranze, ma giovani, giovani, giovani.

LINEA GAZIDIS VS LINEA GATTUSO

Strano perché è proprio questa mentalità “giovane” ad aver innescato il blackout primaverile del Milan. Strano perché lo stesso Gattuso, colui che meglio di tutti conosce la squadra, diceva che per migliorarla non servivano i giovani: “Per giocare un certo tipo di calcio servono calciatori funzionali, gente che conosca bene la categoria. Qualcuno che si assuma le responsabilità. Il valore aggiunto è avere tre o quattro giocatori che si dicano le cose in faccia e le risolvano. Il mio spogliatoio non è un disastro, ma qualche giocatore d’esperienza non sarebbe male“.

Eppure la linea Gazidis resta quella lì. Quella dei giovani, dei ragazzini futuribili. Ancora non esplosi, ma che si presume esploderanno. Eventualmente rivendibili in futuro. Insomma un progetto non proprio vincente, di certo non nell’immediato. Il rischio, se compri Giampaolo e gli allestisci una squadra di giovani, sta proprio lì: preoccuparsi più del futuro che del presente. Non sarebbe meglio il contrario?

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