Rinunciare all’Europa League, perché no?

Diciamo la verità: davvero il Milan ha la smania di giocarsi l’Europa League. La ventilata possibilità di rinunciare alla competizione, in cambio di un anno in più raggiungere il pareggio di bilancio, non è proprio un male. Vediamo perché. Intanto, l’Europa League non genera profitti come la Champions League. Se questo è assodato, altrettanto è nota la mollezza con la quale il Milan ha affrontato le partite del torneo nelle ultime due stagioni. Certo, rimanere fuori da tutto non è bello. Ma nemmeno partecipare tanto per farlo, magari con seconde linee, magari affrontando improbabili trasferte dispendiose anche dal punto di vista fisico e mentale.

Elliott, dal canto suo, ha tutto l’interesse per spingere in questa direzione. Avere un anno in più per mettere in ordine i conti può aprire la strada a maggiori investimenti sul mercato. E, di conseguenza, aumentare il valore della rosa aumenta la probabilità di raggiungere rapidamente risultati sul campo – coupon eurobet – in Italia e approdare alla competizione che conta, la Champions League che sì offre più possibilità di monetizzare.

Fare mercato più liberi non significa andare su top player. La linea illustrata da Ivan Gazidis è chiaro in questo senso. Ma ci sono talenti che possono dare e fruttare tanto: varrebbe la pena provare questa via, soprattutto se in panchina hai scelto un certo Marco Giampaolo, il sarto ideale per cucire un vestito del genere. E non importa se devi rinunciare ad almeno sei partite del girone e chissà a quante altre degli scontri ad eliminazione diretta. Se il Milan a marzo si ritrovasse a lottare per un posto in Champions, cosa diremmo di fronte ad una trasferta in Bulgaria o in Ucraina prima di un match clou? Rifletteteci…

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