Giampaolo: “Il mio motto sarà ‘testa alta e giocare a calcio’. Questo club ha l’obbligo di vincere, è la sua storia”

E’ arrivato il Giampaolo-Day: il nuovo allenatore del Milan, che prende il posto in panchina di Gennaro Gattuso, è stato presentato questo pomeriggio a Casa Milan alla vigilia del raduno che darà inizio alla stagione 2019/2020. Queste tutte le dichiarazioni del tecnico di Bellinzona, a cominciare dal significato di arrivare al Milan: “Sono felicissimo e motivatissimo di allenare il Milan, che ha una storia importantissima da raccontare. E’ una grande opportunità, penso che attraverso lavoro e sacrificio abbia meritato questa chance, ora devo meritarla sul campo. Ho avuto cadute e risalite, ma la prima volta che ci siamo incontrati il club mi ha detto ‘diffidiamo da quelli che non hanno mai sbagliato’, si impara anche dagli errori. Quando Maldini mi ha chiamato ero in barca coi miei amici diretto in Croazia, sono tornato a casa e ho preso il primo aereo per Milano. Cinque anni fa per ripartire sono andato ad allenare in Serie C, ho avuto coraggio e follia ed ora la chiamata del Milan mi ha reso felice, ci saranno onori ed oneri ma sono pronto a raccogliere questa sfida. Non cerco rivincite, è stato un percorso lungo e complicato e le esperienze negative mi hanno reso più forte. Ho studiato e mi sono aggiornato, la passione ed attaccamento per questo lavoro mi hanno portato qui e spero mi facciano restare qui a lungo“.

Giampaolo spiega i punti cardine del suo progetto: “Il Milan per me rappresenta un senso di appartenenza ed un modello di gioco riconoscibile, ha raggiunto i risultato più grandi giocando a calcio. Le grandi squadre devono avere identità ed i milioni di tifosi devono riconoscersi in quel logo ed in quei colori. Il mio motto sarà ‘testa alta e giocare a calcio’: non distinguo tra titolari e riserve, mi piacciono giocatori affidabili, che abbiamo ambizioni e vogliono essere ricordati per aver scritto pagine importanti. Voglio offrire uno spettacolo apprezzabile da sostenere coi risultati, non penso all’obiettivo finale. Domani parlerò coi giocatori per capire cosa pensano e per mettere in atto il nostro progetto di gioco: il percorso è lungo, ma dobbiamo procedere un passo alla volta. Non si può giocare bene al calcio se non si hanno giocatori di qualità, è fondamentale. Lo scorso anno il Milan ha disputato alcune bellissime partite e pensavo che potesse ambire ai posti nobili; sappiamo che ci vuole del tempo, ma abbiamo calciatori giovani a cui dovremo trasmettere le ambizioni perché in un campionato equilibrato le differenze possono essere sottili. Dobbiamo creare feeling con i tifosi per andare oltre: questo club ha l’obbligo di vincere, è la sua storia. L’esclusione dall’Europa League ci dispiace, ma ci permetterà di lavorare una settimana intera per arrivarci nel miglior modo l’anno prossimo. Gattuso? Gli ho sempre espresso i miei complimenti per la gestione dialettica della cosa perchè ha sempre avuto la tendenza ad assumersi le responsabilità. La sua squadra si difendeva sempre molto bene ed aveva qualità, vediamo cosa cambiare. C’è un percorso da seguire, dobbiamo conoscerci a vicenda tramite un lavoro strutturato che non prevede scorciatoie“.

Giampaolo non si scompone sul fronte mercato: “Voglio conoscere bene i calciatori, mi dispiace che Kessie, Laxalt, Paquetà, Cutrone non vengano da subito in ritiro, oltre agli infortunati Caldara e Bonaventura. Prima di muoverci in qualsiasi direzione voglio capire chi potrà fare meglio. Modulo? Devo capire dove sono e con chi ho a che fare, non partirò dal modulo ma delle caratteristiche dai giocatori, l’unica certezza sono i quattro dietro. L’obiettivo finale lo devo costruire, non ha senso parlarne adesso: è chiaro che si vuole arrivare in Champions, ma andrà fatto per step. I punti di partenza dovranno essere tutti i 24/25 giocatori perchè viene prima il Milan poi i calciatori. Io traccio profili di giocatori, poi la ricerca dei calciatori la fa il club che condivide con me tutto. Praet? Lo stimo, ma non so se diventa un giocatore in più per questo Milan perchè di mezzali ne abbiamo quattro, siamo coperti poi non so cosa succederà in futuro. Mi piacerebbe avere i giocatori subito, ma sono disposto ad aspettare“.

Riguardo le parole di stima dei suoi colleghi: “Con Sarri ho un’antica amicizia, ci vediamo spesso ma non parliamo moltissimo di calcio: è l’esempio di uno che ha sofferto e patito nelle categorie inferiori ma ha studiato ed ha raccolto i frutti del suo sacrificio. Fu lui a suggerirmi all’Empoli, c’è stima reciproca. Le belle parole di Sacchi? Quando sei stimato dalle persone aumentano le responsabilità perchè non devi tradire la fiducia: non ho paura dei confronti. Con Allegri e Galeone mi vedo spesso, Max mi ha raccontato tante cose del Milan e l’ho sentito anche un paio di ore fa. Il confronto ci arricchisce, gli chiederò tante altre cose perchè è importante approfondire bene dove sono“.

Giampaolo parla anche di alcuni singoli: “Suso è un calciatore di qualità ed a me i calciatori di qualità piacciono tantissimo, sarà uno di quelli di cui dovrò valutare la posizione ideale. Theo Hernandez è un calciatore su cui il club ha fatto una ricerca importante, è giovane ma ha grandi qualità: mi hanno chiamato per far crescere giocatori così, sono curioso di capire che giocatore sia, perchè si porta dietro l’ambizione di diventare uno dei giocatori migliori in quel ruolo. Ha caratteristiche diverse rispetto a Rodriguez. Andrè Silva e Cutrone? A pelle sono calciatori diversi e devo valutarli insieme a tutti gli altri attaccanti, devo capire chi è più funzionale anche se entrambi hanno qualità. Donnarumma è un giocatore fortissimo, tre anni fa gli ho chiesto la maglia ed è una cosa che capita raramente“.

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