Il primo segno di Boban: Giampaolo scelta facile, rapida e super logica

In campo era la Z come Zorro, ora il primo segno lasciato da Zvonimir Boban come dirigente rossonero è la G di Giampaolo. Preparava il terreno per l’ex Samp, ancor prima di tornare ufficialmente a Milano, insieme a Maldini.

Il croato ha condiviso con l’ex capitano stagioni dove la filosofia del bel gioco era coniugata con la praticità: trattare bene la palla era il mezzo per arrivare alla vittoria. “Testa alta e giocare a calcio” è lo slogan lanciato da Giampaolo per il suo primo Milan. Motto che si sposa perfettamente con il credo di Boban che non ha nascosto la scelta del nuovo allenatore come “facile”. Ovvia, perché quello che ha già dimostrato il tecnico con le sue squadre è l’identità che Maldini e l’ex dirigente Fifa vogliono dare alla squadra. 

Boban il Milan l’ha sempre seguito e anche quando era distante non esitava a stoccare i precedenti allenatori come non adatti, che si accontentavano di sopravvivere al campo e non aggredire le partite con i dettami tecnici a cui il croato era abituato da giocatore. Il mantra del Milan di Gattuso era l’aggressività e cercava di provvedere a uno scarso trattamento del pallone con l’intensità. 

Si cambia dunque. Senza gioco non si vince. Slogan che deve essere impresso a caratteri cubitali nella mente dei giocatori. Con una battuta, ieri durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore, Boban ha risposto a una domanda di mercato dicendo che il Milan cerca solo top player. Per lui, questi giocatori non sono nomi, ma caratteristiche. Serve qualità per giocare il pallone, per coprire gli spazi e avanzare senza scavalcare le difese avversari, ma cercare di aggirarle con la costruzione.

“Rapida”, è un’altra motivazione della scelta. Perché nessun allenatore sul mercato sa tramutare in fatti quello che è il pensiero di Boban. Giampaolo lo ha dimostrato prima a Empoli, dove non ha fatto rimpiangere Sarri, e con la Sampdoria. “Super logica” è l’ultimo aggettivo che ha usato perché la praticità non è rinunciare a giocare per guadagnare in sistemazione tattica.

“Fatica”, aggiungiamo noi. Perché Giampaolo ne ha fatta tanta durante la sua carriera. È ripartito dalla Serie C quando nessuno lo voleva più ed è rientrato in Serie A dalla porta principale guadagnandosi l’opportunità di allenare il Milan. Fatica, perché ce n’è da fare, per tornare in Champions. Perché le belle parole devono essere trasformate in fatti con il sudore. Gli occhi della società sono determinati. Una cattiveria e un culto del lavoro che hanno caratterizzato i grandi successi del loro Milan. Lo stesso timbro che, dall’alto, i nuovi dirigenti vogliono imprimere alla squadra, tramite il nuovo allenatore. Per questo Giampaolo è una scelta “facile, rapida e super logica”. Boban dixit.

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