Allenatori moderni… made in Sacchi

Allenatori che vanno e allenatori che vengono: la ruota inizia a girare. Carlo Ancelotti, secondo il giudizio degli specialisti delle analisi di calciomercato, è in procinto a lasciare le sponde del Tamigi per quelle del Tevere. Sarebbe un ritorno di fiamma per il piccolo lord di Reggiolo. Il 4-3-2-1 ovvero l’albero di Natale, è la sua invenzione calcistica con il quale ha portato il Milan nuovamente sul tetto d’europa.

Al posto di Ancelotti, la lussuosa panchina di Roman Abramovich molto probabilmente sarà occupata da un altro ex rossonero: Marco Van Basten. L’attaccante milanista del secolo, dopo aver lasciato l’Ajax per non aver centrato l’obiettivo Champions, ritornerebbe ad allenare dopo quasi due anni d’inattività una dei club più prestigiosi in Europa. Ad affiancarlo come consigliere speciale ci sarebbe Guus Hiddink, attuale ct della Turchia, chiamato a svolgere il ruolo di Direttore Tecnico.

Una possibile alternativa a Van Basten è Frank Rijkaard, che nel 2006 ha guidato il Barcellona al trionfo in Champions. Una simpatica curiosità lega Ancelotti e Rijkaard: i due ex rossoneri sono tra i cinque calciatori ad aver vinto l’amata Coppa dei Campioni, in campo ed in panchina: per la serie “la scuola Sacchi è sinonimo di garanzia”. Adesso tocca solo al “Cigno” superare questo esame di maturità.

Oltre agli allenatori titolari, non dobbiamo dimenticarci che da quel Milan stellare degli Anni 90 sono emersi altri tecnici, uno su tutti Mauro Tassotti. Da oltre dieci anni allenatore in seconda, è stato il prezioso anello di congiunzione tra il pre ed il post Ancelotti. E’ senza dubbio il valore aggiunto di questo Milan del nuovo millennio: parlare di Tassotti come semplice collaboratore di panchina è riduttivo!

E che dire di Roberto Donadoni? Il bergamasco viene ricordato per aver portato il Livorno ad una storica qualificazione Europa e per essere stato ct della Nazionale campione del mondo in carica. Dopo il fallimento di Napoli, Donadoni ha ritrovato le giuste motivazioni, ha plasmato a sua immagine e somiglianza il Cagliari, rilanciandolo sia a livello di gioco che di classifica.

Alessandro D’Auria

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