Ho fatto un sogno…

I sogni sono fatti per scavalcare muri e confini, magari a cavallo di un aquilone e per vedere cosa c’è al di là, ed è qualcosa di bellissimo e quasi sempre di impossibile nella realtà. Questo è il bello di sognare, di godere di cose incredibili e che mai si realizzeranno ma che, nel momento stesso in cui le sogni, ti regalano un brivido. L’annata del Milan sino ad ora è un sogno ad occhi aperti che abbiamo fatto tutti insieme, trattenendo il respiro soffrendo e gioendo, costellato di sabati e domeniche felici e di tanti giocatori, ognuno che ha dato il suo per realizzarlo.

Abbiamo visto un eroe d’altri tempi vestito da difensore brasiliano, sempre pronto a soccorrere con grande velocità tutti i compagni in difficoltà, un “Papero” diventare cigno, un pirata diventare idolo della curva grazie alla sua generosità nonostante il suo aspetto burbero, un “Professore” tornare ad insegnare dopo mesi di presunta pensione. Non poteva mancare un nemico divenuto amico, che nei mesi diffcili e più freddi ci ha risolto ogni partita restando sempre imbronciato e brontolando contro tutti e nemmeno un direttore d’orchesta olandese capace di insegnare musica in mezzo al campo.

Ci hanno caricato sulle loro spalle e ci hanno fatto girare l’Italia, come un grosso gigante sul quale ci siamo sempre sentiti al sicuro perchè si è mostrato sempre più forte di tutti. Io ho continuato a sognare per voi, e ora vi apro la finestra e vi faccio vedere ciò che ho visto, perchè questo è il finale che sogno per noi. Sono a San Siro, solo, lo stadio è deserto e il vento leggero scompliglia appena l’erba del nostro stadio. Ma non resto solo per molto, piano piano lo stadio inizia a popolarsi di amici, anzi più che amici fratelli, fratelli rossoneri.

Sventolano le bandiere, tutti sorridono e iniziano i cori. E’ una sera di festa, l’atmosfera è quella giusta e vedo entrare al centro del campo due coppe! Si, quella per i Campioni d’Italia e quella per i vincitori della Coppa Italia. Ragazzi, l’abbiamo vinta!!! In finale, contro l’inter, che soddisfazione! Si canta, si urla e ci si riappropria di quei momenti che per troppi momenti sono stati di altri e che adesso sono finalmente ancora una volta nostri. Entrano i ragazzi ed inizia la vera festa: giri di campo, ole su ole, grida a perdifiato per ringraziare chi ci ha regalato un’altra serata da ricordare. Un anno fa quelli dell’altra sponda del naviglio mi hanno tolto il sonno per una notte completa e credo che ora siamo pronti a restituirgli il favore.

Immagino Moratti che si rigira nel letto senza poter prendere sonno e Leonardo che, lisciandosi il ciuffo, pensa che dodici mesi fa c’era seduto lui su quella panchina. Forse Moratti proverà ad alzare la cornetta per sentire se c’è da ascoltare le chiacchiere di qualcuno, ma capirà che l’unica voce da sentire sarà il coro che come una sola voce rieccheggerà per le strade: puoi cantarlo fin che vuoi, ma Milano siamo noi!

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