La giornata indimenticabile: 5 maggio 2002

Bisognerebbe farla, prima o poi, questa prova: chiedere distrattamente ad un campione casuale di tifosi bianconeri di recitare il 5 maggio. Probabilmente, la stragrande maggioranza, piuttosto che esordire con il classico “Ei fu siccome immobile” dirà “Lazio–Inter 4 – 2”.

Eh sì, perché quello che, per secoli, è stato solo il giorno della morte di Napoleone, da qualche anno, 9 per la precisione, è diventato un giorno da incorniciare per i tifosi della Vecchia Signora, uno di quei giorni che, qualche tempo dopo averlo vissuto, ti rendi conto che lo racconterai a lungo, potendo esordire con il classico “io c’ero”.

E che sia una giornata storica te ne rendi conto anche dai particolari, del resto le giornate storiche sono fatte di particolari. Saresti capace di ricordare esattamente cosa mangiasti a pranzo quel giorno o quale fu la prima cosa che facesti al fischio finale. E ogni volta che qualcuno ti domanda, a tradimento, in presenza di tua moglie, quale sia stato il giorno più bello della tua vita devi fare attenzione a non piazzare quel giorno magari prima di quello in cui la hai conosciuta…Il 5 maggio 2001. Quando sai che una cosa non succederà mai eppure sei lì a sperare che per qualche congiunzione astrale favorevole il corso naturale delle cose impazzisca, anche solo per un momento, e ti faccia quel regalo insperato.

E dunque: ultima giornata di campionato, il 2001/2002. Alle ore 15 la classifica della serie A recita: Inter 69 punti, Juventus 68, Roma 67. Niente di che, se non fosse che a 5 giornate dalla fine del campionato l’Inter aveva 6 punti di vantaggio sulla Juventus, anzi, a dirla tutta, al 90’ della terzultima giornata ne aveva ancora 5.


E già, perché il 5 maggio nasce dal… 21 aprile. In quella giornata di campionato l’Inter, impegnata a Verona col Chievo, si presenta con 3 punti di vantaggio sulla Juventus che invece va a Piacenza. Al 90’ minuto la situazione vede l’Inter in vantaggio sui veronesi per 2 a 1 e la Juventus che non riesce a sbloccare lo 0 -0 con i piacentini. È già in quel momento che gli astri si mettono a tifare bianconero: nello stesso istante in cui Pavel Nedved fa partire un sinistro dal limite dell’area che supera Orlandoni, Cossato regala il pareggio al Chievo, dopo i gol di Marazzina, Dalmat e Ronaldo. Insomma: da + 5 a + 1 in un solo istante e con due giornate ancora da disputare.

Dopo una penultima interlocutoria, con la vittoria di entrambe (in realtà c’era anche la Roma in corsa, superata dalla Juventus in classifica proprio grazie al gol di Pavel), eccola, l’alba del 5 maggio con la classifica ricordata in precedenza, con l’Inter impegnata all’Olimpico contro la Lazio, la Juventus al Friuli contro l’Udinese, ancora a rischio retrocessione, e la Roma a Torino contro i granata ormai salvi. Sennonché nei giorni precedenti le gare, era netta la sensazione che la Lazio, la cui tifoseria è gemellata con quella dell’Inter da anni, non si sarebbe ammazzata in campo, per dirla con un eufemismo, anche per evitare che un eventuale sconfitta dei nerazzurri potesse regalare lo scudetto alla Roma, il peggiore incubo per un tifoso laziale. Fu così che l’Olimpico si andava tingendo di nerazzurro, quel giorno, mentre tu eri seduto a tavola a mangiare pennette al pesto.

L’atmosfera era quella della festa: l’Inter sarebbe tornata a vincere uno scudetto dopo anni di attesa grazie al “nuovo Herrera” quell’Hector Cuper che sembrava un predestinato e che oggi è disoccupato, esonerato anche dall’Aris di Salonicco, a 22 punti dalla vetta. E la Juve del secondo Lippi si sarebbe accontentata del secondo posto, facendo attenzione, però, a non farselo rubare dalla Roma di Capello. Ed invece, in un assolato e stanco pomeriggio di metà primavera, tra un caffè e una chiacchiera, Gresko e Poborsky diventano improvvisamente gli eroi della tua vita, Simeone e Filippo Inzaghi, il fratello povero, assomigliano ai semidei mitologici e le immagini di Materazzi e Ronaldo in lacrime potrebbero anche commuoverti un po’, se avessi un minimo di dignità che ormai hai, invece, completamente lasciato sul divano, al quarto gol della Lazio.

Eh sì, Lazio – Inter 4 a 2 con i nerazzurri in vantaggio due volte e due volte raggiunti, la seconda al 45’ con un errore del difensore slovacco, e poi superati di slancio dai biancocelesti mentre sull’altro canale la Juventus in dieci minuti, i primi, liquida l’Udinese con i gol dei fantastici due, il capitano per sempre e il francese d’Argentina. Juventus 71, Roma 70, Inter 69, superata anche dai giallorossi, vittoriosi sul Torino con un gol di Cassano e ai preliminari di Champions dopo essere stata Campione d’Italia in totale per 28 minuti nel corso del primo tempo dell’ultima giornata del campionato.
E poi dici che non gli devi volere bene a una squadra così…

Francesco Alessandrella

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