#1 – L’addio di Leo e l’arrivo di Allegri

Col termine del campionato, la rubrica “Dopodiché” va in vacanza per lasciare spazio a “Riviviamoci!”: approfondimenti cronologici, monografie e racconti tematici con cui rivivremo la grande stagione rossonera 2010/2011!

Il 25 giugno arriva l’ufficialità: Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore del Milan. È passato poco meno di un mese dall’addio di San Siro a Leonardo: “Non mi sono mai sentito allenatore”  le sue parole nell’ultima conferenza stampa sulla sponda rossonera di Milano. Spettacolare il saluto dei tifosi: 90 minuti di cori pro Leo e contro Berlusconi, il Presidente, reo di aver dato in mano al brasiliano una squadra sciagurata, senza acquisti e con un Kakà in meno. L’inutile partita contro la Juve finisce 3-0 e il 4-2 fantasia tanto spettacolare quanto pericoloso si congeda nel migliore dei modi insieme al suo inventore e a due protagonisti come Favalli e Dida che chiudono la loro carriera in rossonero.

Con Allegri tutto sembra diverso già dall’inizio. Berlusconi, nonostante le voci di contatti con i vari Van Basten, Spalletti , Donadoni, Costacurta, ha sempre e solo voluto l’attuale Mister Campione d’Italia. Max, secondo i massimi dirigenti rossoneri, ha il così denominato: “physique du role” tanto è vero che pur di averlo Galliani va in missione diplomatica in Sardegna, da Cellino, per convincerlo a liberare il suo ex allenatore dal contratto che ancora lo lega al Cagliari.

La presentazione ufficiale arriva il 20 luglio con l’inizio del raduno a Milanello. La scena però in quel caso è tutta per Silvio Berlusconi e Allegri, visibilmente intimidito dai tanti elogi presidenziali, si fa da parte. “Idee di gioco diverse rispetto a Leonardo” il concetto chiave espresso dal livornese. I più scettici però hanno paura che dietro la scelta di consegnare il Diavolo nelle mani di un emergente ci sia la consueta voglia di Berlusconi di intromettersi nelle scelte tecniche. Intanto nel centro sportivo rossonero si respira un’aria di contestazione, i tifosi vogliono acquisti ad effetto, mentre per ora l’unico volto nuovo è quello di  Sokratis che si aggiunge Yepes, arrivato a parametro zero.

A fine campagna acquisti la voce entrate, oltre il greco, recita: Ibrahimovic, Amelia, Robinho e soprattutto Boateng, chiesto e ottenuto da Allegri che poi tanto remissivo non lo è. Pressing alto, attaccanti che partecipano alla fase difensiva, orticaria per Ronaldinho, centrocampisti con licenza di offendere e terzini con gamba svelta. Meno spettacolare rispetto al Milan Leonardiano ma efficace come pochi. La ricetta di Allegri funziona, non da subito, ma funziona, e allora il tecnico ex Sassuolo e Cagliari entra nell’olimpo degli eletti: come Zaccheroni e il maestro Sacchi vince, dopo una lunga e strepitosa cavalcata, il Campionato al primo tentativo.

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