Paloschi, il predestinato torna a casa

Se a 17 anni in Coppa Italia, al tuo debutto tra i grandi, segni.  Se a 18 anni, in Serie A dopo 18 secondi, segni.  Se Ancelotti ti definisce un predestinato. Se a 21 anni, dopo Parma e Genoa torni al Milan con la possibilità di restarci. No, non sei uno qualsiasi. Alberto Paloschi dopo il goal lampo che regalò la vittoria al Milan contro il Siena nel 2008 è diventato “il Balotelli bianco”, “il Pato Italiano”, “il nuovo Inzaghi” ma lui, come nel suo stile, ha sempre tenuto i piedi per terra.

Classe 1990, cresce nelle giovanili della Cividatese a Brescia, la sua città natale, poi il Milan si accorge di lui e del suo fiuto per il goal. Dal gennaio 2002 Alberto entra a far pare della famiglia rossonera e compie la trafila delle giovanili bruciando le tappe. Nel 2007 con gli Allievi conquista il campionato di categoria firmando la bellezza di 23 reti, l’anno successivo fa già la spola tra Primavera e prima squadra. 4 goal tra Coppa Italia e campionato poi, nell’agosto del 2008 si trasferisce al Parma con cui gioca il campionato cadetto e mette a segno 12 goal. A fine stagione i ducali vengono promossi in Serie A e il Milan decide di rinnovare la comproprietà per permettere al ragazzo di crescere in tutta serenità. Paloschi cresce, è vero, ma non tanto sul campo, perché bloccato da ripetuti infortuni, ma nel fisico: 5 cm all’anno.

Nel gennaio 2011 il Milan riscatta la metà del cartellino del ragazzo e poi lo gira, con la stessa formula, al Genoa. Il 20 gennaio la sue prime, e ultime, reti in maglia rossoblù contro la Roma, una doppietta magica che fissa il risultato sul 4-3 a favore della squadra ligure. Ora che il Milan lo ha definitivamente riportato a casa spetterà ad Alberto conquistarsi la fiducia di Allegri se, come sembra, resterà in rossonero. Intanto il morale è alle stelle, come dimostrano le sue dichiarazioni a Sky Sport: “Sono molto contento, è una grande soddisfazione per me che ho fatto tutto il settore giovanile al Milan. Sono però felice anche di quello che ho fatto al Genoa. Il momento più bello è stata la doppietta contro la Roma, tra l’altro arrivata dopo un periodo in cui non giocavo”. Forza “Albertino” è giunto il momento di lasciarsi gli infortuni alle spalle e passare da predestinato a campione e poi, se tutto andrà bene, c’è chi è già pronto a consegnarti la maglia numero 9.

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