1 Agosto 1926, la nascita di una fede-1°parte

1Agosto 1926, una data fondamentale per i tifosi azzurri, in quel giorno è nata una fede, che va oltre il semplice tifo calcistico, sfiorando la sacralità del culto religioso, una fede animata dalla passione di milioni di tifosi, che ancora oggi, come ottantacinque anni fa, seguono la S.S.C. Napoli con la stessa devozione.

Andando per gradi, la storia azzurra nasce dalla fusione delle tre squadre cittadine, Naples Foot-Ball & Cricket Club, fondato da William Poths nel 1904, l’ Internazionale Napoli di Bayon e Steinnegger, e la Pro Napoli che diedero vita all’Internapoli nel 1922.

Dopo quattro anni dalla nascita dell’Internapoli, il 1 Agosto 1926, l’imprenditore Giorgio Ascarelli al ristorante D’Angelo riunì i dirigenti del club dando vita all’ Associazione Calcio Napoli. I colori sociali divennero l’azzurro, ispirandosi al cielo ed al mare della città, mentre il simbolo era un cavallo bianco rampante. La fede azzurra nacque con qualche difficoltà ed i primi anni non furono esaltanti dal punto di vista sportivo, fu per questo motivo, si dice, che i tifosi chiamarono il Napoli o’Ciuccio e Fichelle, l’asino di un contadino. Dall’ironia napoletana, nasce così, il simbolo sociale, o’ciuccio. Terminato il primo campionato la squadra iniziò a giocare nel piccolo stadio dell’Arenaccia, fino a quando Giorgio Ascarelli costruì il primo stadio azzurro nel 1930, nel rione Luzzatti, il Partenopeo.

La svolta avvenne nel 1930, quando Ascarelli, prima di morire prematuramente, ingaggiò Willy Garbut come tecnico azzurro, portando a Napoli campioni affermati del calibro di Vojak e Cavanna , Emilio Colombari, mediano ex Torino soprannominato “O Banco e Napule” per l’alta cifra spesa per il suo ingaggio, e la riconferma di Sallustro, il Napoli arrivò sesto dopo un campionato esaltante. Nel 1933 la compagine azzurra si qualificò per l’Europa. Nel 1936 il club era guidato da Achille Lauro, che dopo aver ripianato il debito sociale, acquistò due Pippone Innocenti e Nereo Rocco.

Nel 1942 i bombardamenti della seconda guerra mondiale distruggono lo stadio partenopeo, chiamato Ascarelli in memoria del primo presidente azzurro. Il Napoli giocherà al Collana del Vomero fino al 1959 per passare poi al San Paolo. Nel 1945 compare per la prima volta la N sulle maglie.

Negli anni bui della storia mondiale, il calcio ebbe un ruolo significativo, un passatempo per distrarsi dal caos e dalla guerra. In quegli anni il Napoli, denominato Associazione polisportiva Napoli riuscì a vincere il campionato del centro sud, battendo Roma e Bari. 1950, fu il Napoli dei vari Jeppson, Castelli, Amedie e Pesaola, il Napoli che inizia a vincere contro le compagini del nord, in Napoli del primo scippo alla vecchia signora. Nel 1955 si apre una pagina azzurra, che ancora oggi viene ricordata come una delle più belle, venne ingaggiato dal Botafogo, Luís Vinícius de Menezes, conosciuto in Italia e nel mondo come Vinicio, ma per Napoli ed i napoletani è “O’Lione” ed il second, memorabile scippo alla Juventus, per 1-3 con reti di Novelli, Di Giacomo e Vinicio, che in quell’anno segnò 21 dei 65 gol degli azzurri.


1961-1962, l’anno della prima coppa, era il Napoli del “Petisso”, al secolo Bruno Pesaola, che portò gli azzurri a vincere la Coppa Italia, battendo la Spal per 2-1 all’ Olimpico di Roma. Nel 1965, sotto la presidenza di Roberto Fiore, che mutò il nome nell’attuale Società Sportiva Calcio Napoli, il Napoli arrivò terzo con una squadra forte e tecnica, con il tidente formato da Canè, acquistato nel 1963, Altafini e Sivori. Ci vollero tredici anni al Napoli, ed un altro presidente per rivincere la Coppa Italia, nel pieno dell’ Era Corrado Ferlaino.

Corrado Ferlaino, imprenditore calabrese, divenne presidente della S.S.C. Napoli nel 1969. Ma le prime soddisfazioni arrivarono nella stagione 1973-1974, in maglia azzurra giunsero sia Giorgio Braglia che il brasiliano Clerici, segneranno più di venti reti in due. E’, forse, il più bel Napoli della storia, almeno per il gioco espresso, per il “calcio totale”del profeta Vinicio, che arrivò terzo dietro la Lazio e la Juve. Nella stagione seguente, il presidente Ferlaino decise di rinforzare la squadra acquistando campioni affermati come Burgnich, La Palma, Rampanti, Landini, Vendrame e Peppe Massauna. Era una squadra fortissima quella che supera il Milan e va a Torino a giocarsi lo scudetto contro la Juve. Segna Causio, pareggia Juliano, Zoff compie miracoli a ripetizione ed in fine Altafini “Core ‘ngrato” condanna gli azzurri: secondo posto a due punti dalla Vecchia Signora.

Nel 1975, è la volta della seconda Coppa Italia, conquistata dalla squadra orfana di Vinicio, ma sorretta dai gol di Beppe Savoldi. Dopo il ritiro di Juliano, e la parentesi bolognese, il figlio di Napoli, il capitano storico diventa dirigente nel 1980. Il suo primo colpo di mercato fu Rudy Krol, libero olandese tecnicamente molto dotato, un calciatore di classe, ancora oggi considerato uno dei più grandi calciatori della storia del Napoli.

1984, l’arrivo di Diego Armando Maradona. Ad accoglierlo al “San Paolo” il 5 Luglio del 1984 sono in 70.000, lui palleggia, saluta era emozionato e poi dice in sala stampa: “Farò di tutto per ripagare, in parte, l’affetto di questa gente“; ci riuscirà, e diventerà un mito per la torcida partenopea. Ci vollero tre anni per vincere il primo scudetto,in  una stagione vissuta da protagonisti. Il 9 Novembre il Napoli sbanca in “Comunale” di Torino rifilando tre reti alla Juventus: pareggia Ferrario, poi segnano Giordano in mezza girata e Carnevale in contropiede. E’ la svolta anche se a Firenze, un mese dopo, arriva la prima sconfitta stagionale. Il Napoli si riprende alla grande ma trema dopo lo stop di “San Siro” con l’inter, rete di Bergomi. La domenica dopo Romano batte la Juve ma a Verona è Pacione a far vivere un incubo ai tifosi azzurri.   Quando Maradona contro il Milan segna una rete da antologia però si capisce che è quasi fatta. A Como, Carnevale ci da una “mano” per pareggiare la rete iniziale  di Giunta ed il 10/5/87 pareggiano con la Fiorentina, ancora a segno Carnevale, il Napoli è Campione d’Italia per la prima volta in 60 anni di storia.

Stagione  1987-88 venne acquistato anche Antonio Careca, fortissimo attaccante brasiliano, a detta del presidente Corrado Ferlaino, il più forte in assoluto della storia del Napoli. Si va in Coppa dei Campioni, avversario al primo turno il Real Madrid. Al Bernabeu si gioca a porte chiuse, vincono i madridisti per due a zero, segna Michel e De Napoli fa autogol. In un San Paolo pieno come non mai, Francini fa uno a zero, Buyo compie un miracolo su Careca prima che Butragueno, “el Buitre”, faccia secco Garella. Nella stagione seguente, vennero  acquistati il fortissimo centrocampista  Alemao, Giuliani, Fusi, Crippae e Corradini. La squadra era fortissima, e  stupiva in Europa. Liquidate compagini del calibro del  Paok Salonicco, Lokomotiv Lipsia con Francini che si riscopre “bello di notte”. Battuto con qualche difficoltà il Bordeaux, nei quarti agli azzurri tocca la rivale  Juventus. A Torino si perde due a zero ed a Napoli si va subito sotto di un gol,poi annullato di Laudrup. Maradona su rigore e poi Carnevale ribaltano il risultato dell’andata prima che Renica al 119′ faccia esplodere il San Paolo con un magnifico colpo di testa. In semifinale il  Bayern Monaco venne “umiliato”  con un secco  2-0 a Fuorigrotta e due pari a Monaco di Baviera con Careca protagonista. È finale c’è lo Stoccarda.  Al “San Paolo” per i teutonici segna  Gaudino ma Maradona e Careca ribaltano la situazione. In Germania è un trionfo azzurro con Alemao, Ferrara e Careca a suggellare l’impresa, finisce tre a tre ma la Coppa Uefa è nostra!

Stagione 1989-90 a Bianchi succede Alberto Bigon. Maradona, croce e delizia azzurra, non vuol tornare dall’Argentina.  A sostituirlo degnamente è il giovane Gianfranco Zola, un fenomeno dal dribbling funambolico e dal tocco fatato, che giunge in azzurro dalla Torres.

Diego Armando ritorna per il match con la Fiorentina e con la città ed i tifosi scoppia di nuovo l’amore. 
Il Napoli chiude in testa il girone d’andata ma inizio Febbraio il Milan stellare lo umilia al San Siro raggiungendolo  in classifica. 
L’otto Aprile Napoli e Milan sono distanziate da un punto,  gli azzurri vincono “a tavolino” contro l’Atalanta a Bergamo perchè Alemao viene colpito da una monetina e la società bergamasca  paga con lo zero-due. Il Milan perde a Verona  mentre il Napoli passa a Bologna con reti di Maradona, Careca, Francini ed Alemao. Gli azzurri sono ad un passo dallo scudetto. 
Scudetto che arriva il 29-4-90 con gol di Marco Baroni, giunto dal Lecce, che di testa sigla la rete del vantaggio contro la Lazio nel match che risulterà decisivo. 
Il Napoli è di nuovo Campione d’Italia!

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