Leo, anche Carletto ti ha snobbato…

Quando si dice che una scelta può cambiarti la vita: ne sa qualcosa il caro Leonardo Nascimento de Araújo, detto Leo. La decisione di rimpiazzare Benitez sulla panchina dei nemici cugini, dopo oltre 10 anni di Milan, aveva scatenato la rabbia e un vero e proprio odio in tutti i tifosi milanisti, che durante la stagione non gli hanno risparmiato cori e insulti. Il derby di Aprile è stato, in pratica, “dedicato” interamente a lui: dai cori avversi, all’indimenticabile coreografia “Giuda Interista”. Ma cosa si poteva aspettare il caro Leo? Sicuramente nulla di buono. Nessuna comprensione e alcun perdono. Ed era solo l’inizio. Ma questo lui, abituato a dirigere e a pianificare tutto, non poteva di certo prevederlo.

Il suo passaggio all’altra squadra di Milano lo definì “un’opportunità di lavoro importante“, dichiarando addirittura che “stare all’Inter era un sogno“. Un sogno talmente grande che la sua “scappatella” sulla panchina degli storici rivali non è durata nemmeno un anno. Leonardo, infatti, ha ceduto subito di fronte alle lusinghe dei francesi del Psg, per un ruolo da direttore generale. Gli anni d’oro del Milan, tuttavia, sembrano parecchio lontani: dirigente tuttofare e abile uomo di mercato, Leo era rispettato e stimato da tutto l’ambiente rossonero e non solo. Quante squadre ce lo invidiavano per la sua bravura nel catturare i talenti sudamericani…

Tempi lontani, però, per il caro Leonardo, che ora si trova a Parigi più in difficoltà e solo che mai. Nonostante l’acquisto faraonico di Pastore, oltre a Sirigu, Menez e Sissoko, la squadra non decolla e il tecnico Antoine Kombouaré è già dato in partenza. Ecco che allora Leonardo ha tentato il grande colpo: portare a Parigi Carletto Ancelotti. La risposta del grande ex Mister? No, grazie Leo. Da qualche qualche giorno, infatti, si rincorreva la voce di un possibile arrivo a Parigi di Ancelotti: la dirigenza del Psg sperava di poter fare affidamento sui buoni rapporti tra i due ex rossoneri, ma sembra proprio che non se ne farà nulla.

Altro due di picche incassato, dunque, per l’ex dirigente rossonero. Quello di Ancelotti, infatti, è solo l’ultimo della lista: da Ronaldinho a Ganso, da Antonini a Borriello. Persino il suo pupillo Kakà non ha accettato l’invito a trasferirsi in Francia. Dov’è finita tutta la bravura di Leo? La sua capacità ad attirare i talenti, a scoprire nuovi campioni? Dov’è finito il vecchio Leonardo del Milan? Chissà se tornando indietro farebbe le stesse scelte, Leo. Passare dall’essere uomo chiave della dirigenza rossonera, a uomo sempre più solo in quel di Parigi non sarà di certo facile. Ma forse, qualcosa, Leonardo Nascimento de Araújo, detto Leo, poteva prevederlo.

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