Joao Pereira, il nome nuovo per la fascia

Si chiama João Pedro da Silva Pereira il nome nuovo per la fascia del Milan. Terzino destro militante nello Sporting Lisbona, nato proprio nella città Lusitana il 25 febbraio 1984. Ventisette anni e tanta esperienza nel campionato portoghese visto che, fatta eccezione per il Porto, ha giocato in 3 delle 4 squadre di club più famose: vale a dire Benfica, Braga e, come detto, Sporting Lisbona.

Un talento quello di João Pedro da Silva Pereira detto semplicemente Joao Pereira sbocciato prestissimo tanto da valergli il posto fisso nella nazionale portoghese under 21 con la quale partecipa all’europeo di categoria sia nel 2004 che nel 2007. L’exploit della sua carriera avviene proprio nel 2004 quando, appena ventenne, conquista una coppa di Portogallo, prima, e un campionato portoghese, poi, con la maglia del Benfica. Dopo l’under 21 la carriera in nazionale del laterale destro subisce una brusca frenata anche a causa dell’esplosione di Bosingwa e del poco apprezzamento che nutriva il ct Queiroz nei suoi confronti tanto che per i mondiali 2010 gli vien preferito il veterano Paulo Ferreira.

Mondiali del 2010 sfortunati per il Portogallo che viene eliminato dalla Spagna, poi vincitrice, subito dopo un girone condito da alti e bassi, tra il pareggio 0 a 0 con la costa d’Avorio e quello ben più importante con il Brasile c’è il tempo anche per un 7 a 0 alla Corea. Saltato il mondiale e con esso anche la panchina di Queiroz il Portogallo viene affidato a Paulo Bento che, come prima cosa, svecchia la rosa, “facendo fuori” i “vecchi” paulo ferreira e Bosingwa e ponendo la fascia destra nelle mani di Joao pereira che, con Coentrao dall’altra parte, formano una coppia solidissima. Un giocatore sicuramente di caratura europea forse non apprezzato quanto dovrebbe, un terzino senza il fiuto del gol ma con piedi delicati capaci di quei cross al bacio che tanto servono alla squadra rossonera.

Resta tuttavia un dubbio, la corsia destra attualmente è occupata dal terzino destro, forse, più promettente d’ Italia, quell’Ignazio Abate che il CT Prandelli continua a dimenticare ma che, anche l’altra sera con il Barcellona, ha dimostrato di essere un giocatore degno della fascia che fu di Tassotti e Cafu.

Vito De Cunzolo

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