Una sconfitta con errori e attenuanti

Nella debacle napoletana Pato e in generale la manovra offensiva non hanno funzionato un granché. Ciò che più preoccupa però non è la prolificità del reparto avanzato che pur orfano di Ibra, Robinho e Boanteg è riuscito a trovare il gol grazie a uno splendido colpo di testa di Alberto Aquilani, autore per altro di un’ottima gara. Chi è sotto processo è invece la difesa, anche se più che di difesa sarebbe giusto parlare di manovra difensiva. Sì perché Allegri lo ha spiegato l’anno scorso ai suoi giocatori, e Dinho suo malgrado lo ha capito bene: tutti, anche gli attaccanti, sono chiamati a difendere.

Avevamo tanto esaltato il “Milan operaio” di Barcellona, quello che conscio dei suoi limiti era andato con prudenza a raddoppiare, a volte triplicare i marziani blaugrana. Cavani fenomeno sì, ma lo spazio concesso al Matador, sempre di libero di poter fare le sue scorribande offensive, è stato davvero troppo. Van Bommel, sostituito nella ripresa da Allegri non ha saputo dare la giusta protezione ai due centrali, mentre Seedorf e Bonera si sono fatti schiacciare troppo spesso da Maggio. Se a questo aggiungiamo lo scarso apporto del duo Pato-Cassano e le assenze di Boateng e Ibra che danno maggiore peso non solo davanti ma anche dietro, ecco spiegata la disfatta. Niente croce su Nesta e T.Silva che non aiutati hanno fatto quello che potevano.

Le assenze come attenuanti, ma anche la dea bendata ci ha messo del suo nella sconfitta. Tagliavento che non concede il vantaggio dopo il fallo commesso su Aquilani, Tagliavento e il suo assistente che non vedono la mano di Paolo Cannavaro in piena area di rigore etc etc.

Mercoledì ci sarà la prova d’appello: nel turno infrasettimanale contro l’Udinese la squadra di Allegri dovrà dimostrarsi più forte delle ingiustizie e della sfortuna, in fondo è nei momenti difficili che viene fuori la grande squadra.

 

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