Non plus ultra

La roccia che non si scalfisce, la consapevolezza che rende maturi, la coesione come arma di difesa e, ovviamente, di attacco. Il Milan di Cagliari esce, se possibile, ancora più forte di quello col Siena, di quello dei ripetuti 4-0 casalinghi. Sì, perché questa squadra magari non ostenterà ad altissimi livelli la fame di vittorie che altre formazioni, al momento, dimostrano di possedere, ma tenacia, gruppo e colpi d’autore non sono proprio secondi a nessuno. E’ una squadra con un’ossatura chiara: un recuperato Abbiati, l’imperforabile Thiago Silva e l’immenso Zlatan Ibrahimovic. Con un unico neo, forse, a centrocampo: la mancanza di un leader, di quel Pirlo che non manca a livello di gioco, ma a livello di carisma e di centralità di ruolo.

Ecco, insomma, il Milan dei non plus ultra, con un Thiago alla ricerca della sintonia perfetta con Mexes, destinato, sembra chiaro, a sostituire Sandro Nesta in un prossimo futuro. Un Thiago fenomeno che non perde occasione per dispensare consigli ai compagni: fenomeno e saggio. Un Ibrahimovic super, come sempre, creatore universale di perle, di gemme incastonate in un collier davvero prezioso. Beh poi c’è l’Ibra stanco, quello che si arrabbia, quello che arriva ad inveire contro Allegri, ma i colpi di genio che regala valgono di gran lunga la sopportazione del suo difficile, ostico carattere.

E se il non plus ultra Abbiati ha ripreso a macinare come sa, stupisce dover considerare factotum del centrocampo Antonio Nocerino, che factotum di quel reparto in fondo non è: lui, che si sta specializzando negli inserimenti, nell’appoggio offensivo, nella pressione ai difensori avversari. Lui che tanto bene sta facendo e che, inconsapevolmente, tanto mette a nudo i limiti di una mediana “povera”, che fa sempre meno filtro e che necessita di interventi chirurgici. Eccolo, forse, l’unico neo, l’unica crepa che potrebbe rovinare un sistema altrimenti granitico e duraturo.

Resta la sensazione, pur con doverosi puntelli che si sperano arriveranno dal prossimo mercato, di avere a che fare con un progetto decisamente affidabile, con un allenatore che ha la piena consapevolezza del gruppo che gestisce (cosa rara di questi tempi) e con una rosa pronta tutta a remare nello stesso senso per raggiungere obiettivi importanti. “Tutta” ho detto? Quasi tutta…

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