Quanto costano le leggerezze…

In questa stagione i nostri numeri 1 hanno mostrato una vulnerabilità tragicomica alla quale non eravamo più abituati.
Le incertezze, del pur grande Nelson Dida, apparivano ormai quasi uno sbiadito ricordo, ma dopo la trasferta emiliana tornano di strettissima attualità.
Dopo gli episodi che hanno visto protagonista in negativo Christian Abbiati nei mesi scorsi, ecco l’emulatore che non ti aspetti: Marco Amelia. Il ragazzone di Frascati, chiamato in causa dopo l’infortunio alla spalla del numero 32 rossonero, ha la possibilità di dimostrare il suo valore e perché no, mettere velatamente in difficoltà il Mister, viste le altalenanti prestazioni del Cacciatore del Sole.

Sicuro, seppur senza patema alcuno, negli impegni con Chievo e Genoa, poi la trasferta europea di Praga e quest’ultima a Bologna.
In due match, sono quattro i gol incassati e per quanto contro il Plzen responsabilità non ne abbia oggettivamente avute, al Dall’Ara al contrario mostra un lato do sé che avremmo volentieri fatto a meno di conoscere.
Indeciso prima, superficiale poi. Non trova il timing dell’uscita in occasione del gol di Di Vaio (lasciato, è vero, inopinatamente in gioco da Thiago), va successivamente e soprattutto giù molle, nonché male, sulla sua sinistra regalando la gioia del pareggio a Diamanti, mancino purissimo, che incredulo punisce il Diavolo da venti metri con un destro senza pretese, mettendo di fatto la parola fine ad una partita che sembrava a quel punto (diciamocelo!) quasi vinta.

Quasi è la parola magica. Nella scorsa stagione, da un certo punto in poi, il Milan era stato in grado di acquisire una sicurezza tale da permettersi di soffrire ben di più di quanto non abbia dovuto fare domenica scorsa, senza per questo lasciar immaginare in nessun modo che il fortino potesse cadere.
Allo Juventus Stadium con un autorevolezza e autostima maggiore, avremmo anche potuto non perdere. A Roma, non avremmo incassato il pericoloso 2-3, che invece ci ha fatto preoccupare all’Olimpico. A Borisov e Plzen probabilmente non ci saremmo fatti agguantare e mai e poi mai avremmo gettato al vento tre punti come quelli appena mancati, figli per di più, di una partita giocata tra pochi alti e troppi bassi ma importantissima per la classifica.
Ma d’altra parte si sa…quel che poi conta son le solite piccolezze…

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