Prima o poi, caro “Profeta”…

Ci sono alcuni giocatori che per caratteristiche tecniche, modo di stare in campo e colpi di genio che sanno offrire alla platea durante i 90′, possono essere accomunati in modo naturale ed inequivocabile ad alcune squadre che hanno sempre avuto una certa filosofia di gioco come distintivo del loro modo di vedere il calcio.  Anderson Hernanes de Carvalho Andrade Lima, meglio noto come Hernanes, centrocampista con spiccate doti offensive o per meglio dire trequartista, è il classico giocatore che, guardando la storia recente e non del Milan, ha nel dna il rossonero e ad occhio e croce sarebbe intonatissimo con quei due colori sulla pelle.

Tecnica sopraffina, gran visione di gioco, velocità di pensiero e gran botta da fuori, di certo non è un fulmine di guerra, ma è sicuramente uno che con la sua classe può fare la differenza. Il Milan di Ancelotti ha costruito le sue fortune con due giocatori formidabili come Andrea Pirlo e Clarence Seedorf, gente, soprattutto il secondo, molto simile al brasiliano della Lazio. E con l’addio del primo ed il sempre più lento, ma inesorabile declino del secondo, per questioni di età ma anche per scelte tecniche, al Diavolo manca un gocatore così, soprattutto dopo la scelta di Mister Allegri di affidarsi ad uno come Boateng per la trequarti.

A qualcuno in casa Milan ricorda addirittura un certo Gianni Rivera. Ora, senza scomodare più di tanto il grande “Golden boy”, le movenze, la qualità e la facilità con cui riesce a smarcare i compagni mettendoli in condizione di segnare, possono in qualche modo richiamare alla mente l’abatino di Alessandria. Non è un caso che il Milan sia stato sulle sue tracce sin da due estati fa quando, poi, altre scelte di mercato lo hanno portato sì in Italia, ma nella Capitale: 13,5 milioni di euro, poco molto poco, se consideriamo che il Napoli, per assicurarsi Inler ne ha sborsati sei-sette in più.

In Via Turati, visto l’interesse ripetuto per Ganso, fantasista del Santos molto simile ma forse meno concreto del laziale, di certo è stato e continua ad essere visto di buon occhio e, dopo la partenza di Kakà sarà stato indicato spesso da Galliani e Braida come l’uomo giusto per vestire i panni dell’erede di Seedorf. Ma c’è un piccolo particolare che bisogna menzionare. Il Milan ora è nelle mani di un uomo che vince e ha trovato il giusto equilibrio mandando via Pirlo, Ronaldinho, dando poco spazio a Seedorf e costruendo il centrocampo con gente come Van Bommel e Nocerino che fanno di concretezza, forza fisica, velocità ed inserimenti le loro armi di forza. Per non parlare della scelta di affidare le chiavi della trequarti ad uno come Boateng. Quest’uomo si chiama Massimilano Allegri e finché ci sarà lui sarà difficile vedere “il Profeta” a Milanello. Finché ci sarà lui, appunto!

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