Paura di vincere

I gufi che si aspettavano una squadra di extraterrestri, una sfida da Davide contro Golia stasera sono rimasti amaramente delusi: già, perchè noi in queste sfide non tradiamo mai. Magari al ritorno ci batteranno e sarà un’altra storia, magari finiremo a casa, ma la sensazione emersa da questo primo round di San Siro lancia forte e chiaro un solo messaggio: il Milan c’è. Anche con la classe di Messi e Xavi, anche con una batteria di infortunati dai contorni inquietanti.

Questo Diavolo dice presente, dunque, e lo fa grazie alla classe di Seedorf e Nesta, meravigliosamente granitico fino alla sfortunata defezione, al coraggio di Bonera e Antonini, gli eroi che non ti aspetti, alla freschezza di El Shaarawy, troppo bello e sul pezzo per entrare soltanto a partita in corso.

Questo 0-0 lascia aperte tante porte: il nostro sogno ora non è più reato, il nostro sogno è supportato da una partita d’andata solida, stoica, fatta di tanta sostanza e tanta voglia di farcela. La partita di San Siro ci ha mostrato un Barcellona molto umano, insolitamente nervoso, forse troppo sicuro delle pur immense e riconosciute potenzialità dei singoli. Tanti fraseggi nel primo tempo, poca lucidità nella seconda parte: e lì, purtroppo, siamo mancati. Approfittarsi di una delle loro serate più spente e sconclusionate non era soltanto un miraggio, ma una concreta possibilità.

E ora? Ora tutti al Camp Nou. Fisicamente, o anche soltato col cuore. Crederci non è più reato.

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