Buona Pasqua, ma occhio a chi si danno le colpe…

Dimettiti!“. “Come si fa a schierare una formazione del genere??“. “Allegri basta!“. Sono solo alcuni dei commenti che sono arrivati ai nostri indirizzi di posta elettronica e sulla nostra pagina Facebook ufficiale subito dopo il raddoppio della Fiorentina, con Amauri che ha sì regalato tre punti fondamentali alla sua squadra, ma che ha anche inevitabilmente aiutato la sua ex “famiglia” che non aveva certo lasciato in clima amichevole. Commenti, tornando a noi, che il “buon” Massimiliano Allegri è destinato a sentire ogni volta in cui sbaglia una partita, sia la colpa sua, di chi va in campo o di chi, “dall’alto”, detta la sua linea. Noi, non lo nascondo, abbiamo sempre (o quasi) difeso Max. E il fatto che intendiamo continuare a farlo non nasce da un sentimento di testardaggine fine a se stesso, bensì dalla consapevolezza che, mai come quest’anno, esistono fattori esterni che stanno determinando il cammino di questa stagione.

Non parliamo di arbitri, di Conte, di Marotta: una volta tanto non c’entrano. Ma ci sono due avvenimenti che hanno sensibilmente cambiato il corso di questa stagione. Due eventi peraltro collegati tra loro e che hanno origini esterne all’universo sport: sto parlando, senza troppi giri di parole, della caduta del Governo Berlusconi IV. La contentezza per il ritorno a pieno titolo nella “cosa sportiva” del Presidente con la “P” maiuscola ha, almeno per quanto mi riguarda, subito lasciato spazio alla delusione nel vedere, per l’ennesima volta, un patròn “infoiato” nella ricerca di complicare la vita al proprio allenatore. Era successo con Zaccheroni, durato come un gatto in tangenziale dopo la conquista dello scudetto 1999, era successo anche col pur longevo (e intelligentissimo) Ancelotti e sta succedendo anche ora. Con l’aggravante che Max non è mai entrato fino in fondo nel cuore di molti rossoneri.

Il secondo avvenimento non è che una conseguenza: le voci giornalistiche che cominciano a circolare sul possibile addio a Max nel caso di non conquista dello scudetto. La famosa conditio sine qua non, no? Come se, poi, la sua posizione fosse sicura anche in caso di conquista del tricolore… Un allenatore che, con una squadra forte ma non stellare, ha vinto uno scudetto e una Supercoppa Italiana, si giocherà fino alla fine il “biscudetto” ed è riuscito dopo 5 anni a riportare il grande Milan europeo ai quarti di Champions, senza dimenticare l’ardore con cui la squadra ha combattuto in Coppa Italia. Evento difficilmente verificatosi in passato. Incredibile come si rischi di diventare come “quelli” che prendiamo sempre in giro per questo motivo, ovvero per l’incapacità presidenziale di lasciare un allenatore libero e tranquillo di lavorare in santa pace.

Come si fa a giocare così a centrocampo?“, è stata una delle tante domande rivolte a Galliani da un impettito Presidente a Galliani durante Milan-Barcellona. Caro Presidente, le rispondo io: si fa se non si spende! Muntari, Nocerino, Emanuelson, Van Bommel 34enne, Aquilani sempre a mezzo servizio, oltre a Flamini e Gattuso rotti per molto tempo: per il materiale umano che ha avuto, almeno a centrocampo, questo famigerato Max di miracoli ne ha già fatti fin troppi! Occhio, quindi, a chi si danno le colpe! E comunque cerchiamo, per il nostro bene, di rinviare ogni futile discorso a dopo il 13 maggio. Non molliamo. MAI!!!

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