Condannati a crederci

Quando le pagine di storia di un club sono colme di vittorie e epiche battaglie, quando tutti nel mondo conoscono la tua fama, quando vieni considerato uno dei team più vincenti di sempre, quando rappresenti il tuo paese e la tua città ovunque nel mondo… quando sai di essere il Milan, sei consapevole che il tuo obiettivo è dannarti l’anima per arrivare a trionfare ancora e ancora. Attorno a questa gloriosa coscienza interiore si costruisce il credo di una grande società, società che in un’annata dall’andamento incontrollabile, dalle infinite sorprese, spesso negative, si trova a un mese dalla fine della stagione, con un unico traguardo raggiungibile, dopo averne ahinoi solo corteggiati e accarezzati altri.

Il traguardo dello scudetto, ora complesso anziché no, era un’ambizione manifesta sin dall’inizio della stagione. A Milanello nessuno ha avuto paura di prendersi la responsabilità dalla prima giornata, di dichiarare apertamente i target della stagione.
Ora che Champions League e Coppa Italia sono andate, sfumate non senza qualche rimpianto, il Diavolo si trova di fronte ad un onere dal quale non può esimersi.
Non può, malgrado un’infermeria da record, le cui cause vanno tassativamente trovate, non può nonostante la freschezza atletica latiti, non può indietreggiare nemmeno al cospetto di una squadra ancora imbattuta (?!).

Le ultime faticose partite di campionato sono state presumibilmente lo specchio dello sforzo che i rossoneri dovranno proferire per rimanere aggrappati al tricolore, la voglia di lottare di Verona dovrà necessariamente esser una costante. Non c’è vergogna in questo, c’è solo la convinzione di dover essere sempre protagonisti, indipendentemente dalla avversità. E’ dura Vecchio Cuore, ma è tutto parte della tua leggenda…

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