Ibra, questa Champions non fa per te

Fino all’ultimo abbiamo sperato che potesse tirar fuori dal cilindro il coniglio vincente. Invece, ancora una volta, purtroppo, Zlatan Ibrahimovic ha mostrato la cronica difficoltà ad essere decisivo in campo europeo. Un limite sbocciato nella Juve di Capello, confermato nell’Inter con Mancini e Mourinho, evidenziato nel seppur strepitoso Barca di Guardiola, riconfermato ahinoi nel Milan. Non c’è che dire: lo svedese si spegne sotto i riflettori della Champions, come se quelle luci e quella magica musica lo annebbiassero nella testa e nei piedi. Per carità, gli va riconosciuto il merito dell’assist per il momentaneo pareggio di Nocerino, ma al netto delle due gare di andata e ritorno resta un bottino troppo magro.

Il nocciolo della questione, più generale, è che siamo all’anno zero per la Champions League. Questo Milan è ancora inesperto per sostenere la ribalta europea. Non ci sono colpevoli più di altri per l’eliminazione di ieri sera, perchè almeno siamo andati al Camp Nou per giocarcela! Qualcun’altro, geograficamente molto vicino a noi, andò in terra catalana a difendersi e a soffrire fino all’ultimo secondo, senza riuscire a segnare nemmeno un gol in casa dei blaugrana. Ci abbiamo provato, ma dalla squadra vista in campo ieri sera non si poteva forse pretendere molto di più.

Usciamo da questa Champions con un bilancio di 10 partite in cui sono state messe a segno 16 reti e ne sono state incassate 14. La verità sta in questi numeri, capaci di evidenziare le contraddizioni di un collettivo ancora acerbo in alcuni settori e bisognoso di rinfrescate in altri. Il 4-0 di San Siro contro l’Arsenal aveva alimentato un’illusione. Messi e compagni ci hanno riportato coi piedi per terra. Anzi, a Milano, senza biglietto per le semifinali. Peccato. Sarà per il prossimo anno, perchè almeno noi in Champions ci torneremo… Con un altro spirito. Con più fortuna. E con qualche necessario ritocco.

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