Rino è tornato: “Ho vinto la malattia, sono orgoglioso”

Vederlo correre e lottare in campo per 62 minuti, con la fascia da capitano al braccio, in una delle partite più importanti e delicate della stagione, è stato senza dubbio una delle emozioni più forti vissute da tutti i rossoneri nel corso di Chievo-Milan. Perché per Rino Gattuso, la partita contro i veronesi non ha significato soltanto tre punti in classifica, ma molto di più: ha significato il suo ritorno al calcio giocato, dopo aver sconfitto la miastenia che lo stava condannando al prematuro ritiro.

In un’intervista concessa a Milan Channel nel post Chievo-Milan, Gattuso ha affrontato a ruota libera tutto quello che ha vissuto in questi mesi lontano dai campi di gioco: la sua sofferenza, la lotta contro la malattia, la guarigione e infine il ritorno come calciatore nel match vinto dal Milan per 1-0.

“Per me allenarmi, giocare, è come aver vinto una Champions League a livello personale. Se andate su google e fate una ricerca scrivendo la parola miastenia, scoprite che è una malattia che prende i muscoli. Invece io sono qui e riesco a giocare, mi sento forte, sono orgoglioso di me stesso. Non voglio però che l’esperienza sia solo mia, a chi mi sta guardando e che magari è malato, dico che, nei limiti del possibile, si può lottare. Se ti senti forte, puoi farcela contro la malattia. Lo dicevo a ottobre che ce ne vuole per abbattermi. Ieri ho giocato 60 minuti ma sembravano un’eternità. Io comunque mi ritengo fortunato. Quando giravo per ospedali e sentivo parlare di tumori e altre malattie gravi, io mi ritrovavo con la miastenia che non è uno scherzo ma che è meno grave di certe patologie terminali. Oggi sono qui, ho giocato, e anche se devo prendere ancora il cortisone giornaliero per essere calciatore, lo faccio, perché ho tanta passione dentro di me”.

Ed ora, dopo aver sconfitto la miastenia ed esser tornato definitivamente arruolabile per questo finale di stagione, Gattuso si concentra sui prossimi impegni della squadra, senza risparmiare una frecciatina alla rivale Juventus e all’ex compagno Andrea Pirlo: “Contro il Chievo dovevamo dare un segnale importante e nonostante la grande fatica abbiamo raggiunto questo risultato. Questo è uno spogliatoio unito, siamo un grande gruppo e con la Juve sarà una bella sfida sino alla fine.  Anchio alla Juve? No, tranquilli, siamo tanti ad essere in scadenza, e devo ammettere che non è bello che negli ultimi giorni la Juve ci abbia “chiamati” tutti. Pirlo li vuole tutti lì, anche se in realtà a me non hanno chiamato, mi cercano solo gli arabi. Cosa penso di Conte? Sembra di sentir parlare Al Pacino!”. Che dire, bentornato Guerriero!

 

Impostazioni privacy