Chi era il “Moro”, l’ammiratore di Ibra

14 aprile 2012, stadio “Adriatico” di Pescara: una partita come tante, Pescara – Livorno, si sta giocando in quello che sembra un pomeriggio come tanti. Invece no: il destino, nella sua faccia piĆ¹ crudele e spietata, ha deciso il pomeriggio di ieri non soltanto non dovesse passare inosservato, ma diventasse il teatro di una tragedia che ha commosso l’Italia intera.

Piermario Morosini non c’ĆØ piĆ¹. Il centrocampista del Livorno si ĆØ accasciato al suolo al minuto 31 dell’incontro dell'”Adriatico”: subito apparso in condizioni gravissime, si ĆØ spento poco dopo, all’ospedale di Pescara, alle 16.45. I referti medici dicono crisi cardiaca e aritmia: inutile l’applicazione di un pacemaker, inutili i soccorsi in campo. Il suo sfortunato cuore non ha ripreso a battere nemmeno per un istante.

Vita incredibilmente dura e sfortunata, quella di Morosini, segnata indelebilmente da un bienno che va dal 2001 al 2003. In questo periodo Piermario perde la madre Camilla, si trova a far i conti con il suicidio del fratello disabile e, infine, con la morte del padre Carlo. Rimane orfano con una sorella, anch’ella disabile. Un quadro agghiacciante, che avrebbe potuto annientare chiunque.

Invece no, il Moro seppur a fatica ĆØ andato avanti perchĆØ aveva un sogno. E in questo sogno ha deciso di crederci con tutta la determinazione e la voglia di chi ha sofferto e sente che ĆØ arrivato finalmente il suo turno. Il calcio, la sua grande passione (era un grande fan di Zlatan Ibrahimovic), presto diventa qualcosa di piĆ¹: dopo la trafila nelle giovanili dell’Atalanta, con la quale conquista uno scudetto Allievi, nel 2005 viene notato dall’Udinese. Nella squadra allora guidata da Serse Cosmi Morosini colleziona cinque presenze in campionato, tre in Coppa Italia e una in Coppa UEFA. Dopo questa fulminea esperienza nella massima serie la societĆ  di Pozzo lo manda in prestito in giro per l’Italia: in pochi anni milita nel Bologna (2006 – 2007), nel Vicenza (2007 – 2009), nella Reggina (2009 – 2010), nel Padova (2010), ancora Vicenza e infine il Livorno, dal gennaio 2012.

Guardando le foto di Piermario Morosini tutti abbiamo la stessa sensazione: quella che, nonostante le batoste che la vita gli aveva inflitto senza pietĆ , fosse un ragazzo positivo, che trasmette allegria. Una di quelle persone, insomma, a cui vuoi bene da subito, d’istinto. Ciao Moro, questa giornata ĆØ tutta per te, non ti dimenticheremo.

 

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