Robson, ma dove sei finito?

Quella di martedì contro il Chievo è stata una delle tante partite sofferte dell’ ultimo sfortunato periodo del Milan. Il traguardo dei tre punti è stato raggiunto, ma i rossoneri hanno sofferto per larghi tratti. Si potrebbe puntare il dito contro quelle sfide sfortunate e parlare di perdita di entusiasmo. Si potrebbe anche incolpare i 14 indisponibili. Si potrebbe, ma non lo faremo. Il punto è che le ultime partite hanno scoperto i rossoneri in tutta la loro spossatezza. I giocatori in calo sono parecchi, quando poi anche uno dei bomber sembra sbiadito è facile capire il perchè di tanta fatica.

Parliamo di Robinho, abbastanza costante nella sua inefficacia. Tocca pochissmi palloni e quel che è peggio è che perde troppo spesso campo. Tanta incostanza per il giocatore che assieme a Ibra sembrava aver trovato un equilibrio importante per l’ intera squadra. Ora, sappiamo che non è mai stato un cecchino ma alla porta è sempre arrivato. Ha combattuto, corso, si è impegnato; mentre il Robinho che vediamo nel corso degli ultimi match è un giocatore stanco, disilluso che spesso non fa che il minimo necessario. Ha perso quei “guizzi” particolari che hanno fatto sussultare i tifosi per la maggior parte della stagione scorsa e per parte di questa ancora in corso.

In più, continuano a farsi strada voci che vorrebbero il brasiliano nuovamente in patria. Infatti il Santos, la società sudamericana che proprio in questa settimana festeggia il centenario della sua fondazione, culla da tempo il sogno di riappropriarsi del suo gioiellino. Auguriamoci che la nostra stella non sia già proiettata oltreoceano con mente e corpo perché, ora più che mai, abbiamo bisogno dei migliori nella miglior forma possibile.

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