FantAntonio, una vita da assistman

29 ottobre 2011: il Milan ottiene una vittoria importantissima all’Olimpico contro la Roma per 3-2 e Cassano, a quota 6 assist, risulta essere il miglior assist man della squadra di Allegri. 07 maggio 2012: la 37esima giornata assegna lo scudetto 2011/2012 alla Juventus e FantAntonio, ad un solo match dal termine del campionato, si conferma il miglior assist man della Serie A, avendo servito 9 palle gol ai propri compagni nell’arco dell’intera stagione.

In mezzo, 6 mesi di ansia, paura di non poter tornare a giocare, lotta contro un qualcosa che l’ha costretto ad abbandonare i campi da gioco improvvisamente e inaspettatamente. Ed infine, la guarigione, la riabilitazione, la ripresa degli allenamenti, il ritorno in campo nella gara contro la Fiorentina e, soprattutto, il ritorno al gol nel match contro il Siena.

Eppure, FantAntonio è sempre là, a maggio come ad ottobre, in vetta ad una classifica che lo vede precedere giocatori del calibro di Pirlo, Vucinic e Giovinco, tutti e tre a quota 8 assist, e Miccoli, a quota 7. Se si pensa al numero di partite che Cassano ha dovuto saltare, un intera stagione alla fine dei conti, il fatto che risulti il miglior assist man della Serie A non può che destare gioia, stupore ma, soprattutto, rammarico e rimpianti per non averlo avuto a disposizione per così tanto tempo. A conti fatti, ha ragione Galliani. Il più grande rimpianto di questa stagione è stato quello di non aver potuto contare, per cause di forza maggiore, su due campioni come Gattuso e Antonio Cassano, appunto.

Le sue magie, i suoi colpi di genio, il feeling maturato partita dopo partita con Ibrahimovic, le ghiotte palle gol servite ai compagni, avrebbero probabilmente chiuso il campionato con largo anticipo regalando, soprattutto, un finale diverso. A giugno, per FantAntonio potrebbero aprirsi le porte dell’Europeo: la speranza, naturalmente, è che il barese possa guidare gli azzurri alla conquista del titolo continentale, in attesa dell’inizio della nuova stagione rossonera, quando il Milan dovrà necessariamente ripartire dalla classe e dalle invenzioni del barese per tornare ad essere vincente, in Italia e in Europa.

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