Corsi e ricorsi storici: “V per vendetta”

Quando ti strappano un sogno assaporato per un anno intero, sfiorato e quasi ipotecato con fatica e merito, difficilmente puoi dimenticarlo. Il calcio poi, è fatto di corsi e ricorsi storici, ragion per cui è inevitabile ritrovarsi prima o poi  a dover  ricordare anche le sconfitte più dolorose, anche quelle dove sul campo ci hai lasciato lacrime e un pezzo di cuore. Ai milanisti torna in mente Istanbul, il trionfo mancato, e il suo fantasma che aleggiava due anni dopo ad Atene, scacciato da quella coppa dalle grandi orecchie alzata al cielo da Maldini, che sapeva di rivincita e di vendetta.

Il calcio è questo, il calcio non dimentica. Così come i tifosi milanisti più datati ricorderanno la “fatal Verona”, che nel 73′ distrusse i sogni scudetto del Milan all’ultima giornata, in favore della Juve. Le sorti di questo campionato potrebbero decidersi stasera: la Juventus affronterà (in campo neutro) il Cagliari a Trieste, nello stadio intitolato a Nereo Rocco, che allenava il Milan in quella gara dannata. Il Cagliari di oggi non ha nulla da perdere, proprio come il Verona del 73′, e per di più, tutto l’ambiente rossoblù è ancora legato a Massimiliano Allegri, ragion per cui sarebbero ben lieti di fargli un regalo.

Con questo non vogliamo dire che accadrà l’impossibile, o che tutte le vendette sono sempre realizzate.

Ma c’è chi crede nel karma, nella ruota che gira prima in un senso e poi improvvisamente nell’altro. Non c’è poi tutta questa razionalità. Anzi, il calcio è follia. E’ imprevedibilità. Lo si è letto negli occhi spenti di Shevchenko dopo il rigore sbagliato contro il Liverpool nel 2005, e poi in quelli del capitano Paolo Maldini, due anni dopo, che brillavano rivolti al cielo su quella coppa che lui stesso stava alzando.

Se esiste un Dio del calcio, o se invece è soltanto il destino a regolare tutto, lo scopriremo questa sera, a Trieste e Milano. E ci sarà uno spettatore in più, che da lassù reclama ancora il suo sogno.

 

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