Cuore, grinta e tanti auguri: ecco il 35enne Ambrosini

Sedici stagioni. Una bandiera, un monumento, un colosso: semplicemente, il Capitano. Massimo Ambrosini è qualcosa di più del semplice numero 23 che porta sulle spalle da sedici stagioni, condite di tante vittorie (e meno sconfitte) insieme. Perchè Ambro è il cuore, è la grinta, è il simbolo di questo Milan. Con l’addio di Maldini nel 2009, il nuovo capitano rossonero stava diventanto un problema quando qualcuno si ricordò di lui, del suo attaccamento alla maglia in questi sedici lunghissimi e bellissimi anni. Ambrosini spegne così le sue 35esime candeline con un solo obbiettivo: rialzare lo Scudetto la prossima stagione.

Nell’anno della rivoluzione a centrocampo, con senatori alla porta e vecchie glorie alle ultime apparizioni, lui il nuovo contratto per la prossima stagione l’aveva già strappato da tempo. Perchè quando in campo dai tutto, non puoi che aspettarti di ricevere quanto in questi anni hai dato. Esclusa una parentesti a Vicenza nella stagione ’97-’98, Ambrosini ha sempre vissuto sulla pelle, gi0rno dopo giorno, la maglia rossonera. Insieme ai colori del Diavolo, 436 partite e 36 gol per un mediano che davanti alla difesa ha ancora molto da dare. E se il Milan e Allegri hanno deciso, per il secondo anno di fila, di rinnovargli il contratto, il motivo sta tutto nelle sue parole di ieri al Corriere dello Sport: “Il 9 Luglio sarò ancora più fiero e orgoglioso di entrare in quello spogliatoio da capitano. Noi possiamo vincere o perdere, ma sappiamo gioire e commuoverci.

35 anni che devono essere solo uno stimolo per un centrocampista che il suo in mezzo al campo può ancora darlo. In questa stagione, le presenze in campionato sono state 22, accompagnate da 1 gol a San Siro contro il Cagliari. “Noi siamo il Milan, con l’orgoglio e la voglia che ci contraddistingue”: questo è Ambro, questo è il nostro Capitano.

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