Le confessioni dell’umile Prince, un’infanzia nel ghetto

Umiltà e sincerità. Sono due doti che certamente appartengono a Kevin-Prince Boateng, il “Ghetto Kid”, che ha voluto raccontare un po’ della sua infanzia e della sua vita privata al mensile francese So Foot. Una conversazione che parte proprio dal soprannome, quel “Ghetto Kid”, affibbiatogli dai giornalisti britannici: “Mi chiamano così perché vengo da un quartiere di Berlino che i tedeschi considerano un ghetto. Magari chiamarlo così è troppo, non so nemmeno io a cosa assomigli davvero. Certo, non è come le favelas brasiliane, ma è quartiere difficile”.

Certo, i primi anni di Boa non sono stati facili: “Ho tanti amici che sono finiti in prigione o sono stati accoltellati. Il miglior esempio è quello di mio fratello più grande che poteva diventare calciatore e che ha sprecato tutto. E’ stata la mia fortuna perché così ho trasformato il mio rancore in qualcosa di positivo e ne sono fiero. Spero di diventare un eroe per la gente che vive ancora lì“.

Nato in Germania da madre tedesca e padre ghanese, Prince è cresciuto calcisticamente nell’Hertha Berlino, poi nel 2007 inizia l’avventura in Inghilterra con la maglia del Tottenham con cui esordisce il 3 novembre dello stesso anno contro il Middlesbrough. Quindi torna in Germania, nel Borussia Dortmund. E ancora: Tottenham, Portsmouth e Milan. Una carriera in tre campionati di primo piano in Europa. Tanto da poter tracciare i bilanci di maestri e compagni. E allora la palma di miglior allenatore va a Jurgen Klopp, tecnico del Borussia dal 2008: “In allenamento mi rimproverava e mi ha fatto giocare solo dieci partite, ma è con lui che ho imparato a inquadrare i miei tiri”. E con Massimiliano Allegri? “Può anche venirmi a dire che sono un cretino se ho sbagliato un gol, ne riderei perché ci vado d’accordo”. Si passa ai compagni rossoneri e ci sono parole di affetto e stima per Gennaro Gattuso: “Ha un modo di essere incredibile, lo ammiro perché quando si alza al mattino ha voglia di giocare, correre, scontrarsi con qualcuno e mi chiedo da dove tragga tutta questa energia”. Su Zlatan Ibrahimovic, infine, pochi dubbi:  “E’ talmente forte che potrebbe anche fumarsi una sigaretta prima di fare gol”. E il futuro sarà rossonero: A Milano sto bene. Qui mi amano, quando vado a prendermi un take-away ci metto un’ora, ma non potrei mai mandare qualcuno al mio posto”. 

Infine, c’è spazio per le curiosità gossippare: è vera la storia degli infortuni dovuti all’eccessiva attività sessuale con Melissa Satta? “Stupidaggini, altrimenti tutti i giocatori dovrebbero essere infortunati“.

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