E Fantantonio accende i nostri cuori!

C’è un giocatore nell’Italia felice che passa il turno e aspetta di conoscere la sua avversaria di domenica nel quarto di finale di Kiev, che segna il gol qualificazione, un giocatore che finché è stato in campo ha acceso la luce e ha dato qualità agli azzurri, un giocatore che (anche se sempre con un’autonomia ridotta di un’ora) ha avuto un rendimento costante, uno dei più costanti fra i ragazzi di Prandelli nelle tre gare del girone. Stiamo parlando di Antonio Cassano e se ce l’avessero detto qualche mese fa probabilmente ci saremmo messi a ridere con un po’ di amarezza.

Da campione con un’immensa classe mai totalmente espressa anche, e soprattutto, per un carattere “particolare”, il ragazzo di Bari vecchia aveva conosciuto una maturità tardiva contro la Sampdoria e, prima del litigio con Garrone, aveva trovato la sua giusta dimensione. Poi il Milan, un primo (anzi metà) anno da riserva e con poche soddisfazioni e la paura di restare sempre un mezzo giocatore. Sul piede di partenza per tutta l’estate, Antonio decide che è arrivato il momento di esplodere e, con due mesi di assoluto livello, si conquista un posto fisso nel Milan e sembra vivere il suo momento d’oro (anche in Nazionale ormai è inamovibile e sembra la stella che brilla di più). Poi il malessere, la paura di morire, la delicata operazione e la paura di non tornare più. Ma, come una fenice il gol, con l’Irlanda segna senza ombra di dubbio la rinascita di Fantantonio.

Prima del tocco di testa che sbatte al di là della linea di porta (a proposito: il gol di Muntari era sicuramente più clamoroso, ma qui ci sono gli arbitri di porta…) e vale l’1-0 , tante belle giocate, sacrificio per la squadra e un gran lavoro lungo tutto il fronte offensivo. Di Natale o Balotelli, per lui cambia poco, anche se il primo gli dà più profondità ed il secondo la possibilità di dialogare ed appoggiarsi e cercarsi di più, lui c’è sempre, lui è il punto fermo nelle scelte di papà Prandelli, perché è quella la figura che il “saggio Cesare” rappresenta per Cassano. Il Mister lo ha aspettato, lo sta dosando come è giusto che sia e, anche nei momenti difficili, lo ha protetto e gli ha sempre assicurato che il posto per lui ci sarebbe sempre stato.

Poi, l’investitura ufficiale con la numero 10 e una responsabilizzazione sempre maggiore che ha giovato e giova tanto al rossonero. Tre gare senza uno squillo fragoroso, ma con tanti piccoli segnali di crescita, che dalla gara contro i Campeones di tutto in poi, non hanno accennato a placarsi. Ora c’è una nuova sfida per il maturo Cassano. I quarti di finale, come quattro anni fa, sempre di domenica sera, sempre da secondi del girone, sempre da sfavoriti sulla carta. Quella volta contro i futuri campioni la nostra nazionale si arrese ai rigori dopo aver resistito per 120′ agli assalti dei maestri del palleggio, ma sfiorando anche il punto della qualificazione, e Cassano fece una partita anonima.

Ora, Francia o Inghilterra che sia, bisogna cercare di fare qualcosa in più, bisogna crescere di gioco e come squadra rispetto ai tre match di qualificazione. Ora inizia un altro Europeo e, se la nostra Nazionale, avrà gli stessi margini di crescita del folletto barese, sognare non sarà vietato. L’Italia e Cassano hanno una storia legata ad un doppio filo conduttore che spesso si incrocia: con un cuore enorme risorgono dalle ceneri. Ora è tempo di esami di maturità e tutti noi vi aspettiamo al varco.

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