Si avvicina l’anno zero, fra qualche certezza e tante incognite

L’inizio della nuova stagione è ormai alle porte. Luglio vedrà tutte le squadre di Serie A ritrovarsi ed iniziare la preparazione per la prossima stagione che aprirà i battenti, per quasi tutti, nell’ultimo week end di agosto con la prima di campionato. Il Milan, a parte i nazionali impegnati agli Europei che raggiungeranno i compagni in un secondo momento, si ritroverà lunedì 7 luglio a Milanello. Si ricomincia fra meno di due settimane quindi, ma molte cose saranno cambiate e a molti tifosi, che andranno a presidiare i cancelli del centro sportivo rossonero, non sembrerà quasi vero non vedere e non inneggiare ad alcuni “soliti noti”.

Non ci saranno più Gattuso, Nesta, Seedorf, Inzaghi, dopo che già l’anno scorso era toccato ad Andrea Pirlo. Oltre agli storici, anche Zambrotta e Van Bommel non faranno più parte della rosa rossonera. Allora il quesito che viene naturale porsi è: come sarà lo spogliatoio del Milan senza questi eroi che hanno segnato un decennio di storia del Diavolo? I sostituti saranno all’altezza, almeno in parte, di chi ha abbandonato la nave? Quasi un anno zero insomma quello che sta per iniziare. Quasi, perché una base da cui partire c’è. Prima di tutto Mister Allegri che per il terzo anno consecutivo sarà al timone del plotone. Poi per garantire la giusta continuità con il Milan che fu, ecco Ambrosini ed Abbiati, capitani in campo e con il sangue rossonero. Ma, soprattutto, a meno di clamorosi stravolgimenti del calciomercato estivo (che per ora sembrano scongiurati), la spina dorsale sembra essere consolidata e da paura. Thiago Silva-Boateng-Ibrahimovic, infatti, in condizioni normali e senza problemi di varia natura, sono sicuramente dei top player nei loro rispettivi ruoli e la squadra dovrà gravitare inevitabilmente attorno a loro.

A sostituire i grandi campioni sopracitati che non vestiranno più il rossonero, fin qui sono arrivati giovani o scommesse che devono ancora dimostrare di essere da Milan. Acerbi per la difesa, ha solo 23 anni e nella sua prima stagione in Serie A al Chievo ha fatto molto bene. In più avrà l’opportunità di imparare da Thiago Silva i trucchi del mestiere. Ma sarà già pronto a sopperire ai cali di tensione naturali di Mexes, o si dovrà fare ricorso ai soliti Bonera e Yepes? Didàc Vila fu preso due stagioni fa, ma Allegri non lo vedeva per niente ed ora dopo una discreta stagione in prestito all’Espanyol torna per restare. Basterà insieme ad Abate, Antonini, Emanuelson (che Allegri sembra intenzionato a provarlo, finalmente, sulla corsia esterna di difesa) e Mesbah? In realtà servirebbe un terzino di livello e l’assenza cronica di interpreti degni del ruolo che una volta fu dei vari Cafù, Serginho, Maldini, Tassotti, dovrebbe essere colmata.

Se si sposta lo sguardo qualche cm più avanti, arrivano le perplessità maggiori sull’attuale rosa del Milan. Pirlo, Gattuso, Seedorf, Van Bommel in seconda battuta. Era facile costruire il centrocampo rossonero e per anni e anni il rombo (con annesso trequartista) del Milan è stato sempre lo stesso. Ora ecco Kevin Constant dal Genoa, Riccardo Montolivo dalla Fiorentina, Bakayè Traorè dal Nizza, oltre ai “nostri” Nocerino, Ambrosini, Flamini e Muntari (che però ne avrà per un po’ di mesi per via di un brutto infortunio). In Nazionale in questi giorni di Europei, Nocerino e Montolivo stanno dimostrando di essere centrocampisti di livello, mezzale su cui Allegri può fare grande affidamento, ma se viene un raffreddore a Nocerino sono guai seri. Ora, dopo la conferma di Thiago Silva, la società si è affrettata a comunicare che il mercato del Milan aveva già visto materializzarsi il suo grande colpo e che, visti gli sforzi fatti (anche se ancora il nuovo contratto è in alto mare) per trattenere il brasiliano, non c’erano soldi per fare acquisti dispendiosi. Arriverà un centrocampista che possa agire davanti alla difesa. Sì, ma chi? Nel ruolo più delicato di tutti per fare una grande squadra ci vuole un gran giocatore, quello che a modo loro Pirlo e Van Bommel erano senza dubbio. Sahin, Gago, Strootman sono i nomi che circolano, ma in realtà non sarebbe il caso di investire per dare al Milan un centrocampista di livello che sia in grado di far girare e dare i giusti ritmi a tutta la squadra?

All’apparenza la prima linea rossonera, forse, è ancora la più forte del campionato italiano. Ibra, nonostante le sue bizze, rappresenta una garanzia e Boateng, se gioca, è un trequartista in grado di spaccare la partite in due con la sua potenza atletica, i suoi scatti e i suoi tiri micidiali. Poi c’è Robinho che come spalla di Ibra, anche non avendo mai entusiasmato del tutto, fa il suo e mette in condizioni lo svedese di esprimersi al massimo. C’è un Cassano (sempre se le sue recenti dichiarazioni non lo portino lontano da Milano) motivato e che pian piano sta tornando ai suoi livelli di forma, che assicura fantasia e qualità al servizio della squadra e di Zlatan. El Shaarawy ha appena venti anni ma ha già dimostrato nel suo primo anno in rossonero di avere delle doti fenomenali e quest’anno è atteso al varco. Rimane un grande, grosso punto interrogativo: Alexandre Pato. Se sta bene sappiamo quanto possa essere devastante e quanto il Milan potrebbe avvicinarsi ai livelli delle top d’Europa. Ma il punto è proprio quello: se sta bene!

Tante, troppe sembrano essere le incognite in questo momento fra la compagine di Via Turati e, se guardiamo altrove, ci accorgiamo che in questo momento quello che sembrava scontato un anno fa non esiste più. Il Milan era senza discussioni la squadra più forte, ma in questo momento, la Juventus Campione d’Italia, sembra aver qualcosa in più, ormai anche dal punto di vista della qualità. Aspettando una prima punta di valore (se fosse Cavani farebbero davvero paura), che arriverà senz’altro a Torino, la griglia di partenza ad ora li vede senza dubbio in pole. Ma, all’inizio dei giochi, mancano ancora due mesi e altrettanti ne mancano alla chiusura del mercato estivo, quindi tanto, tutto può ancora succedere. Le prospettive però non sono rassicuranti per i sostenitori rossoneri e per cambiare le carte in tavola, tutti i fattori che abbiamo nominato fin qui dovrebbero ruotare nel modo giusto. Altrimenti si rischia di assistere (ahinoi) ad un domino bianconero.   

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