I dolori del (non) giovane Cassano

“Cosa significa essere un leader? Uno che corre più degli altri, uno molto umile, uno sempre disponibile dal mattino alla sera. Il Mister dice che sono un leader tecnico, ma per me i leader sono altri“. Erano queste le parole di Cassano durante l’Europeo. Stiamo parlando di poco più di un mese fa, quando ancora a Milanello c’erano Ibrahimovic e Thiago Silva. In mezzo, in questi trenta giorni, è cambiato tutto: i due campioni sono volati a Parigi, Cassano ha richiesto un aumento sull’onda dei compagni e vorrebbe diventare il leader del nuovo progetto tecnico rossonero. Dimenticandosi, però, quello che aveva detto durante l’Europeo.

Lo sfogo di Cassano durante la rassegna continentale aveva risuonato come un avvertimento: vendere Thiago (un mese fa, la cessione di Ibra pareva impossibile) significa ridimensionare completamente il Milan. E se aggiungiamo che nello stesso anno non vengono rinnovati i contratti di leader dello spogliatoio come Nesta, Seedorf, Van Bommel, Gattuso e Inzaghi, significa che il Milan è arrivato all’ anno zero dal quale bisogna ripartire in fretta. Il primo obiettivo di Galliani è abbassare le pretese di quei giocatori rimasti che chiedono aumenti sproporzionati alle loro prestazioni. Cassano non ricorda infatti che il Milan è stata l’unica squadra a credere ancora in lui quando oramai era da solo contro tutti i media. Il secondo obbiettivo è trovare nuovi leader dello spogliatoio. Cassano si era tirato fuori dalla faccenda fino a questi ultimi giorni, quando reclamava la maglia numero 10 che è andata a Boateng. Una maglia che va oltre il numero, una maglia da leader che Cassano adesso vuole diventare.

Quello di Cassano più che un mal di pancia è un mal di denti: quante volte si sarà morso la lingua in questi giorni per via delle sue ultime uscite più da bar che da conferenze stampa davanti a dei giornalisti. Durante la presentazione del Milan diceva di essere cambiato e di finalmente imparato a moderare le cassanate che lo contraddistinguevano. Ma se il lupo perde il pelo ma non il vizio, ce ne dobbiamo aspettare delle altre. Ma speriamo stavolta da vero leader.

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